(B. Tucci) – Dunque, un altro straniero arriva alla corte di Trigoria. Un bene, un male? Troppo presto per dirlo. Certo, in questi ultimi due anni, il progetto a stelle e strisce non è andato per il verso giusto. Quindi, se i tifosi hanno qualche perplessità non hanno tutti i torti. Anzi. La verità è che hanno paura di un nuovo flop o, meglio, dell’ennesima stagione passata a studiare. Perché, quando ci si affida ad un uomo venuto oltre confine, non gli si può chiedere di apprendere subito i perversi meccanismi del calcio italiano. Si verificherà così anche con Rudi Garcia? La speranza è nell’eccezione. D’altronde, è giovane ed avrà a che fare con una squadra con un’età media invidiabile. Bisogna vedere quando dovrà combattere con la realtà. Un dato mi lascia perplesso: il mister è un patito del possesso palla. Nel Lilla, dove ha lavorato per cinque anni, la percentuale raggiunta lascia stupefatti: quasi il 55% come media.
Ricordate il credo di Luis Enrique? Il famoso tic-toc a centrocampo? Il tifoso inorridisce e non dimentica. Però, Garcia ha aggiunto nella conferenza stampa tenuta oltre Oceano: «Amo molto il gioco d’attacco, anche se capisco che è necessario coprirsi in difesa». Frase che tranquillizza l’ultrà. Pallotta ha fatto intendere che metterà sul mercato 35 milioni di euro a cui sarà aggiunta la cifra che si otterrà con le cessioni. Non è poco, ma non è nemmeno molto, se si pensa che la Roma avrà assoluta necessità degli esterni; di un portiere, dato che Stekelenburg è stato venduto; di un centrocampista e di una punta che aiuti il promettente (lo si spera) Destro.