(A.Pugliese) E mentre se ne va un pezzo (Franco Baldini) del sogno iniziale di poter creare un calcio alternativo, la Roma americana è ancora a caccia dell’allenatore per la prossima stagione. A ragionarci su, è chiaro, è rimasto il solo Walter Sabatini, ma era evidente già da tempo che nel rapporto di forza il d.s. avesse oramai sopraffatto (e di molto) il d.g. giallorosso. Il problema, piuttosto, è che Sabatini di idee ne ha tante, forse pure troppe, e sul tecnico sta lavorando esattamente come fa sui giocatori: contatti su contatti, idee chiuse e poi riaperte, convinzioni che nascono e spariscono. Insomma, una confusione senza fine, che si spera possa trovare una soluzione prima del weekend.
RUDI GO-GO Garcia, ad oggi, resta ancora la prima scelta del d.s. giallorosso,che si è fatto rapire dal suo entusiasmo e e dalla sua voglia di emergere. Avesse avuto un pedigrée migliore o fosse stato un altro momento storico (come quello in cui arrivò Luis Enrique, tanto per intenderci), la Roma avrebbe già chiuso con il tecnico francese. «Per ora Rudi è ancora il nostro allenatore e con lui stiamo pianificando il futuro», ha detto ieri il d.g. del Lilla Frédéric Paquet. Aggiungendo poi però: «Ci siamo presi un po’ di tempo, per giudicare anche il rapporto tra di noi». In realtà, Garcia si è già liberato e la Roma può chiudere con un ingaggio di 1,2-1,5 milioni di euro a stagione.
SUGGESTIONE Da ieri, però, la pista-Mancini ha preso quota: prima come suggestione (con una città che nelle radio e nei sondaggi ha dimostrato di non essere così avversa come si pensava a Trigoria), poi anche come idea. A pensarci su è un’ala societaria, che vorrebbe convincere Pallotta della bontà della scelta. Mancini, del resto, fa arrivare alla Roma segnali molto chiari e verrebbe anche rinunciando ad una bella fetta di stipendio rispetto ai 6 milioni che gli garantiva il City. Insomma, se la Roma salisse a 4 milioni (magari con bonus) si potrebbe fare, anche se lo sbarco del Mancio comporterebbe almeno tre problematiche: la necessità di investimenti pesanti sul mercato (con giocatori pronti e fatti e non giovani e scommesse), la battaglia al suo passato laziale e il fatto che Roberto vorrebbe anche un ruolo da manager (cosa che piace a Pallotta), dando anche delle indicazioni di mercato, cosa che andrebbe invece in rotta di collisione con le competenze dello stesso Sabatini.
ALTERNATIVE Ed allora che si fa? Sabatini è rientrato a Roma ieri sera e da oggi farà le riflessioni del caso, che poi verranno girate a James Pallotta. «Io e lui lavoreremo a stretto contatto con il presidente per formare il nostro staff tecnico e la rosa», ha detto ieri il Ceo Zanzi. Pallotta, però, nel frattempo ha fatto sapere a Trigoria che non c’è più possibilità d’errore, la Roma dalla prossima stagione ha solo un imperativo: tornare ad essere competitiva e, se possibile, anche vincere. Così ha ripreso quota anche la candidatura di Marcelo Bielsa, tanto che più di qualcuno ieri dava Sabatini in Spagna, per una toccata e fuga, proprio per sondare definitivamente il polso del«Loco». Ha invece perso posizioni (e di molto) la scelta di Laurent Blanc, che sembra non aver convinto il d.s. giallorosso per carattere e staff.
TEL AVIV E DINTORNI Intanto, però, il malcontento per la Roma americana è arrivato fino a Tel Aviv, dove ieri sera, durante la partita dell’Italia all’Europeo Under 21, è stato esposto uno striscione eloquente: «Ridateci la Roma», accanto ad una bandiera italiana. Un messaggio chiaro e diretto, simbolo di una sofferenza forte. A cui si associa la bocciatura (per ora parziale) della Roma Club Away, la card per le trasferte «libere» dei tifosi giallorossi.L’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive sta infatti valutando l’esigenza di sospenderla, per le prime partite della stagione, a causa delle intemperanze di frange di tifosi.