(B.Tucci) Telenovela infinita questa dell’allenatore che dovrebbe sedere sulla panchina della Roma il prossimo campionato. Sono settimane che se ne discute, ma la fumata è ancora nera. I nomi che si rincorrono sono tanti: da RudiGarcia a Marcelo Bielsa; da Laurent Blanc a Roberto Mancini. Si sfoglia la margherita a Trigoria: i giorni passano e la programmazione ritarda. Perché finché non si saprà chi è il mister, la campagna acquisti non potrà cominciare. Ed è noto che se si arriva tardi, il mercato finisce col fornire soltanto gli scarti. Però, che volete?
Questa è una situazione che non riesce a sbloccarsi. Si è dimesso Franco Baldini e sembrava che tutto potesse risolversi al più presto. Nemmeno per idea. Pallotta, il presidente, dovrebbe pronunciarsi e fare un nome. Ma del calcio italiano conosce ben poco e quindi deve fidarsi dei suoi più stretti collaboratori, i quali, al contrario, tentennano. Sabatini, in primo luogo. Rimasto il solo (o quasi) a comandare, ha una grande paura di compiere un passo falso. Sarebbe il terzo, dopo Luis Enrique e Zeman. La piazza, già stanca, non gli perdonerebbe un altro errore. Così, la matassa si ingarbuglia e non se ne riesce a prendere il capo. A proposito dei tifosi: qual è il loro orientamento? Preferirebbero un italiano sulla panchina della Roma. Ma l’unico di cui si è fatto il nome finora è Roberto Mancini. Con un passato laziale. Ed allora? A questo punto, le scuole di pensiero sono due: c’è chi dice che il calcio è professionismo e non ci si deve fermare dinanzi a simili quisquiglie; e c’è, invece, chi afferma che la storia non si cancella e che giammai un «biancazzurro doc» sulla panchina giallorossa.
Sono tutti sintomi di una società che vive uno stato di confusione. Non è una novità: da quando gli americani sono entrati a Trigoria, la squadra non ha vissuto momenti esaltanti. Di chi è la colpa? Di Baldini che si è dimesso? Forse, ma è inutile discutere ora del passato. Di Sabatini? Può darsi. Lui, però, è ancora in sella e dovrà spiegare a quanti vogliono bene alla Roma perché si continuano a commettere tanti errori. La verità è che ci sarebbe bisogno di un presidente a tempo pieno. Per carità: mister Pallotta è una persona intelligente e preparata che vive, ahimè, lontano. Ricordiamo tutti insieme un saggio proverbio: «L’occhio del padrone ingrassa il cavallo». Ecco, Trigoria dovrebbe avere un numero uno presente tutti i giorni.