Ormai sono passati sette giorni dal più triste momento della storia giallorossa, apice di due anni di insuccessi marcati USA, riconosciuti da tutti, tranne che dagli stessi interessati. Spiccano, infatti, le parole di Baldini al termine di Roma-Lazio, il quale sosteneva i miglioramenti compiuti dalla squadra nell’ultima stagione. Miglioramenti che ai più sono sfuggiti.
Oltre tutto ciò, un mese fa fonti vicine alla società avevano sostenuto che il nome del nuovo allenatore sarebbe stato annunciato prima della Finale. Anche questo fatto non si è verificato: forse la situazione è sfuggita agli ottimisti dirigenti giallorossi, che la realtà si trova sempre a spiazzare o sbugiardare.
Sembrava fatta per Allegri, ma dopo la grande confusione, nata proprio da domenica, il tecnico toscano sembra aver fatto un importante passo indietro: ad oggi il suo futuro sembra più tinto di rossonero, nonostante gli screzi con Berlusconi. Come dire, preferisco un altro anno di offese ad un futuro più ricco ed incerto. I soldi non fanno la felicità, serve la programmazione, che ora, in quel di Trigoria, non appare affatto chiara.
Così si cercano delle alternative, non si sa quanto valide, ad Allegri, per partire con la terza rivoluzione in tre anni: terza ed ultima si spera, anche per l’ambiente non è più disposto ad aspettare oltre. Appunto per questo la scelta del tecnico appare fondamentale: non si può sbagliare, nemmeno mediaticamente. Dopo i numerosi errori, anche nei rapporti comunicativi con gli stessi tifosi (vedi caso ‘nuovo logo’) la gente non ha più pazienza.
Tanti i nomi accostati alla Roma, tanti gli allenatori contattati, tante le smentite e le polemiche preventive. Donadoni è solo l’ultimo ad aver respinto le avances di Sabatini, ma la sua candidatura già aveva innervosito gli animi: in molti ricordano il trattamento riservato dall’ex Ct a Francesco Totti, unico simbolo indiscusso di una squadra allo sbaraglio.
Blanc, altro nome caldo, altro ‘contestatore’ delle qualità dello stesso Totti, oggi è più lontano dalla Capitale italiana, per rimanere in quella che è la sua Capitale; anche attorno al francese, però, non sarebbero mancati dubbi e polemiche, legati sia allo stile di gioco (ricordate il Bordeaux preso ‘a schiaffi’ dalla Roma di Spalletti, trascinata da Baptista e Brighi?) ed alle idee, appunto (secondo lui Totti offuscava il talento di Menéz).
Così spunta anche il nome di Rijakaard, Campione d’Europa con il Barcellona del pre-Guardiola, ma che non è riuscito a lasciare un buon ricordo nemmeno nella città che ha riportato sul tetto del continente.
La lista dei pretendenti continua ad allungarsi di ora in ora, con gli inserimenti di Bielsa (già inseguito in passato, ma orientato a tornare in Sud-America per guidare il Santos) e Stramaccioni (un’altra scommessa), ma il dubbio che inizia a pervadere i più è: chi vuole realmente allenare la Roma? Chi è disposto a prendersi una responsabilità così grande?
A cura di Luca Fatiga
@LucaFatiga9