(U.Trani) – «Forza la Magica». La frase gli piace. In italiano. E’ stato il suo saluto a Lille, anche nel weekend scorso, in Place aux oignons. La ripete a Fiumicino, nel primo pomeriggio, e subito dopo a Trigoria, appena gli accendono davanti la telecamera di Roma Channel. Rudi Garcia, con un po’ di emozione, saluta i tifosi giallorossi. Convinto. «Forza Roma».Ci sta sempre bene.
È la prima volta che varca il cancello del centro sportivo Fulvio Bernardini. Sono quasi le 16. Fuori ad aspettarlo una quindicina di curiosi. All’aeroporto c’è chi lo applaude. Uno urla «daje Garcia». Senza accento. Il francese, a chi a caldo gli chiede come bisogna pronunciare il suo cognome, risponde: «A l’italien». Ma più tardi sistemerà l’accento sulla a. Dunque, monsieur Garcià. Che ha il look sportivo di chi non vuole sentirsi personaggio. Veste spesso così. Ha una tshirt grigio-nera, jeans scuri e scarpe leggere nere. Su una spalla uno zainetto tecnico, e sempre nero, oltre al trolley e al porta abiti da viaggio.
I PRIMI PASSI – «Fa molto caldo, ma sono proprio felice» sospira Rudi. Che fa la prima richiesta: «Parlatemi solo in italiano». Stringe la mano ai giornalisti dell’ufficio stampa e a quelli del canale di casa. Finita la presentazione, si affida a Tonino Tempestilli che, dopo essere andato a prenderlo Fiumicino, accompagna il nuovo allenatore a scoprire i segreti di Trigoria. «Per il caffè c’è tempo, andiamo». Di lì a poco si unirà pure Frederic Massara, braccio destro di Walter Sabatini. Garcia va subito in campo. Guarda il terreno, cammina verso il Di Bartolomei, si ferma davanti all’edificio centrale. Gli indicano la piscina, il ristorante, la palazzina della sede e il Testaccio, dove giocano i piccoli campioncini giallorossi. Torna all’interno. Vanno al bar e negli spogliatoi, dove gli mostrano il suo ufficio che è lì accanto, al piano terra. Si sposta in palestra, controlla le macchine e sceglie quelle da portare in ritiro. E’ raggiante: «Mi piace tutto, va proprio bene per lavorare». Controlla le stanze da letto, gli strumenti per la fisioterapia e la sala riunioni. Trigoria è promossa, ora deve fare lo stesso con l’organico che comunque è da migliorare. Lo pensa lui e anche la Roma che viene da due annate deludenti.
LA FIRMA – Prima di Garcia, a fine mattinata, ecco da Barcellona il suo manager Pascal Boisseau con il collaboratore Alex Bonnott. Li ricevono il Ceo Italo Zanzi, l’ad Claudio Fenucci, il consigliere Mauro Baldissoni e ovviamente Sabatini. C’è anche Alex Zecca, uomo di fiducia di Pallotta: parla italiano e segue l’insediamento del francese. Intanto preparano, aspettando Rudi, il contratto di due anni (con opzione per il terzo) da 1 milione e mezzo a stagione (più bonus): la firma compare sui moduli federali, ma è ancora da ufficializzare.
LA RIUNIONE – Più di un’ora dura il colloquio a quattr’occhi con Sabatini. Il ds da oggi sarà a Milano, per le comproprietà da definire e per piazzare i primi colpi. Il ds e Garcia parlano a lungo. E di tutto. Domani sera o al massimo giovedì, Rudi tornerà a Lille per la conferenza stampa d’addio al club francese, ma già guarda alla nuova stagione. Dalla parte organizzativa, approfondita con Tempestilli e Massara, si passa al mercato.Sabatini vuole consegnare all’allenatore una rosa ben definita nei ruoli e non troppo ampia: 25 giocatori, compresi i tre portieri. Pronto l’elenco dei giocatori in uscita. Si toccano anche i tasti più delicati della rivoluzione che ha in testa il ds. I big sono al centro del discorso. Non tanto Osvaldo, cessione scontata, quanto De Rossi e Pjanic. Il portiere è da scegliere e saranno due, perché uno giovane, come Rafael non basta. Garcia chiede l’esperienza. E la conoscenza, per quel ruolo, del nostro campionato. Diversi calciatori stranieri vengono esaminati. Sudamericani e anche francesi.
LA CENA E LA CASA – La prima giornata romana di Garcia non finisce mai. Esce da Trigoria per andare a cena con Sabatini. Per approfondire la conoscenza con il dirigente che lo voleva in giallorosso già nell’estate del 2011. Domani, nel primo pomeriggio, la presentazione italiana, dopo quella di Manhattan, voluta da Pallotta che ha dato personalmente il benvenuto al primo francese che allenerà in serie A. Oggi Rudi andrà a scegliere dove abitare. Gli consigliano quartieri romanisti, per primo Testaccio. E anche la Garbatella. Ma tra le opzioni ci sono Eur, Torrino e Casalpalocco. Al momento si addormenta nella sua Trigoria.