(S.Carina) Nonostante sia stato a Roma solamente per un biennio (1997-99),Paulo Sergio è rimasto nel cuore di molti tifosi giallorossi. Campione del mondo con la Seleçao nel 1994, da qualche anno è tornato a vivere a San Paolo, uno degli epicentri della rivolta sociale scoppiata in Brasile.
Cosa sta accadendo?
«Semplice: la gente non ce la fa più. È iniziata una mobilitazione nelle città più grandi del Brasile, sfruttando anche la visibilità dei media internazionali presenti nel paese per la Confederation Cup».
Quale è lo scopo della protesta?
«È chiaro che la parte avversa al governo socialista sta cercando di approfittarne ma è perlopiù una protesta partita dalle classi più povere. Si chiede che si spendano soldi per la costruzione di scuole pubbliche e ospedali, per combattere la criminalità organizzata e non solamente per gli stadi in vista dei mondiali del prossimo anno. Anche perché poi, se non ti adoperi per migliorare la situazione del popolo, non puoi aumentare il costo della vita come accaduto con i biglietti dell’autobus, della metro e dei treni».
Di quanto sono aumentati?
«Si è passati da 3 a 3,20 reais: 20 centesimi (revocati poi mercoledì, ndc). Magari in Italia farà sorridere ma questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso».
Si aspettava una protesta del genere?
«No, mi ha sorpreso nella sua portata. Sono d’accordo con chi scende in piazza ma non con la violenza. Purtroppo tra decine di migliaia di persone che manifestano ci sono sempre 200-300 individui che ne approfittano per alimentare incidenti. La polizia, però, sta reagendo in modo energico».
Ha paura?
«Le dico solamente che questi giorni ho imposto ai miei due figli (22 e 20 anni, ndc) di rimanere in casa e non uscire. Io faccio lo stesso: abbiamo paura, non è proprio il caso uscire, siamo barricati. Ci sono delle zone della città nelle quali è meglio non passare: si rischia troppo. Fortunatamente qualche minuto fa stavo sentendo alla televisione che il Movimento Passe Livre di San Paolo, dopo la revoca degli aumenti dei biglietti dei trasporti pubblici, non convocherà nuove manifestazioni. Spero sia l’inizio di un ritorno alla normalità».