(V. Meta) – La sintesi perfetta, nemmeno l’ebbrezza era riuscita a rovinarla: «Non molliamo niente(eufemismo, ndr)!», gridato in diretta Rai da un monumentale Giulio Donati, stravolto dalla felicità molto più che da una comprensibile stanchezza. Se l’uomo-copertina dell’impresa di Italia-Olanda è Fabio Borini, appartiene al terzino destro di scuola Inter la faccia più allegra dell’Europeo: domani gli toccherà vedersela con un certo Isco, ma non è questo il momento di avere paura.
Soprattutto perché né lui né il resto dei ragazzi di Devis Mangia ne hanno avuta fino a oggi, nemmeno quando gli avversari avevano almeno il doppio della loro esperienza. «Adesso contro la Spagna ce la giochiamo» era riuscito a dire Mangia fra un gavettone e l’altro. I festeggiamenti per la prestazione che ha mandato a casa l’Olanda (che contro gli azzurrini ha rimediato la seconda sconfitta in dieci mesi) sono durati fino a notte inoltrata, un po’ negli spogliatoi dello stadio di Petah Tikva, con cena a base di pizza consumata a bordo piscina gonfiabile, un po’ nell’hotel di Tel Aviv che è stato la casa dell’Italia per quasi due settimane e che la squadra lascerà definitivamente oggi, quando partirà per Gerusalemme, la città tre volte santa che sarà teatro dell’ultimo atto del Campionato Europeo.
Ieri è stata una domenica di riposo a metà, divisa fra l’allenamento regolare per chi non è sceso in campo e il lavoro di scarico per chi ha giocato contro l’Olanda. Recuperare le energie è fondamentale in vista di una finale, ma lo è ancora di più se l’avversaria è la Spagna, favorita e detentrice del titolo, già vittoriosa contro l’Italia nell’amichevole di metà novembre. Mangia dovrebbe confermare in blocco la formazione di partenza di sabato, tenendo quale prima arma in più dalla panchina il sinistro esplosivo di Manolo Gabbiadini.
Ci sarà sicuramente Alessandro Florenzi, moto perpetuo sulla fascia destra, supportato da un Donati affrontato da avversario lo scorso anno in Serie B e con il quale sembra di giocare da sempre. «La difesa è una delle armi migliori per cercare di vincere un campionato o un torneo – ha detto il terzino al sito della Uefa -. Il merito, però, è sempre di tutta la squadra: i centrocampisti aiutano, i difensori raddoppiano e gli attaccanti provano a non far partire l’azione». Italia-Spagna sarà la replica della finale dell’Europeo dei grandi di un anno fa: «Non la viviamo come una rivincita. Sappiamo di aver di fronte un avversario molto forte, quello che a noi interessa è cercare di dimostrare di essere ancora più forti». Magari seguendo le indicazioni di Francesco Bardi, che contro la Norvegia ha preso malissimo il calcio di rigore che gli è costato l’unico gol incassato in tutto l’Europeo: «Saremo il 110% e sono sicuro che faremo una grande prestazione. Concluderemo questo Europeo da protagonisti».