(D. Giannini) – Un saggio nella casa del pazzo. Quello di Gerardo “El Tata” Martino è l’ultimo nome in ordine di tempo accostato alla panchina della Roma del prossimo anno. Di lui in Italia fino a poco tempo fa, fino a quando si è cominciato a parlare bene del modo in cui fa giocare il suo Newell’s Old Boys, si sapeva poco o nulla. Un semisconosciuto qui da noi. Non in Argentina, non a Rosario, la città del Newell’s, per i cui tifosi è un simbolo, un’icona, il più grande giocatore della loro storia secondo un sondaggio fatto tra i tifosi una decina di anni fa. Gerardo detto “El Tata”, il saggio, sembra essere legato indissolubilmente a Rosario, alla città in cui è nato, alla società in cui è cresciuto, nella quale ha dato i primi calci al pallone, con la quale ha giocato per 14 stagioni vincendo tre campionati.
Per una stagione ha condiviso anche la maglia rossonera del Newell’s con un certo Diego Armando Maradona che nel 1993-1994 giocò lì 5 partite prima di chiudere la carriera nel suo Boca. Non fu certo quello il Newell’s più forte della storia. E secondo lo stesso Martino non lo fu neppure quello del 1992 che arrivò fino alla finale della Libertadores (dopo aver vinto il titolo argentino) persa poi contro il San Paolo di Cafu. Ad allenare quella squadra, ad allenare anche Martino c’era un allora giovanissimo Marcelo “El Loco” Bielsa al quale proprio per quei successi venne intitolato lo stadio del Newell’s. Per Martino il Newell’s più forte di tutti fu quello dell’87-88, come dichiarato in un’intervista di qualche settimana fa: «Quella squadra era unica, sia per i giocatori, sia per lo staff tecnico. La mia squadra ha una somiglianza nel modo di giocare e cercare di vincere giocando bene». Già, la sua squadra. Perché nel frattempo Martino è diventato l’allenatore del Newell’s.
E’ tornato a casa dopo aver girato il Sudamerica per crearsi una carriera da allenatore e facendo fortuna in Paraguay. Prima alla guida del Libertad (con il quale conquistò i tornei di Apertura e Clausura del 2002 e di Apertura del 2003), poi con il Cerro Porteño (col quale conquistò i tornei di Apertura e Clausura 2004) e poi di nuovo col Libertad. A quel punto arrivò la chiamata della federazione del Paraguay per allenare la nazionale. Un’esperienza più che positiva visto che come ct riuscì a portare il Paraguay fino ai mondiali del Sudafrica e nel 2011 fino alla finale della Coppa America persa contro l’Uruguay. A quel punto Martino dà le dimissioni rinunciando a un contratto fino al 2013 per riprendere in mano la squadra della sua vita: il Newell’s. E’ il 26 dicembre quando viene annunciato il suo ingaggio come allenatore in sostituzione di Diego Cagna. E siamo ad oggi, ad una squadra che gioca gioca principalmente col 4- 4-2 ma che non disdegna il 4-3-3, che gioca un gran calcio e che è in corsa per vincere tutto. Il Newell’s è infatti in testa al torneo final 2013 davanti al Lanus (il campionato si concluderà il 23 giugno), ma soprattutto è ancora in corsa per la vittoria nella Libertadores nella quale ha centrato la qualificazione alla semifinale contro l’Atletico Mineiro battendo nei quarti il Boca ai calci di rigore. Semifinali in programma il 4 e l’11 luglio, un piena estate, forse troppo pieno.