(D. Galli) – È la Roma di Rudi Garcia. In questi casi si dice così. Non perché sia ufficialmente sulla panchina giallorossa da poco più di sette giorni, ma perché in poco più di sette giorni abbia già cominciato a farsi sentire. Non a pretendere, ma a chiedere. Prendete le date del ritiro a Riscone di Brunico. Erano state preconcordate con la Bruneck Kronplatz Tourismus, l’ente turistico del paesone altoatesino che ieri, infatti, ha pensato bene di “ufficializzarle”: «Ritiro AS Roma, date confermate. Sono: 12.07- 22.07.2013». Ufficializzarle, ma si fa per dire. Perché a Trigoria si sono affrettati a chiarire che ufficiali queste date non lo sono ancora, come lo è invece quella – il 31 luglio – dell’amichevole a Kansas City contro la MLS All-Stars, che ufficiali lo potrebbero diventare nei prossimi giorni, che non è detto che i giorni saranno proprio quelli e che se non lo sono ancora è perché Garcia ha fatto delle richieste precise.
Definirle condizioni suona male. Anzi, è del tutto sbagliato. Semplicemente, per l’ex tecnico del Lille il ritiro estivo sarà fondamentale. Sarà la culla della sua Roma. È quindi logico che ai fini della preparazione atletica abbia chiesto qualcosa. Magari, appunto, una modifica dei giorni. Ieri, a conferenza terminata, Garcia ne ha discusso apposta con il Ceo Italo Zanzi e l’intramontabile responsabile organizzativo Tonino Tempestilli. «Rudi è così come lo vedete», commentano in società. Una persona pulita, lineare, non tignosa ma molto scrupolosa. Ha le idee chiare e ha iniziato a portarle avanti. Il ritiro a Riscone ne è l’esempio.
Ad aiutarlo nel quotidiano non ci saranno solo i suoi preparatori francesi, oltre a quelli italiani. Rudi Garcia, che per inciso ripartirà adesso per Lille dove venerdì saluterà i suoi vecchi tifosi, avrà accanto Aurelio Andreazzoli. Sarà un ex traghettatore eccellente ad assisterlo in questi primi tempi di conoscenze. Di studio. Sta per nascere la Roma alla francese, una Roma nuova di zecca, una Roma che sarà forgiata a immagine e somiglianza di questo allenatore che piano piano sta sgretolando il muro di diffidenza della piazza. Un muro eretto il 26 maggio 2013. Ma se è caduto quello di Berlino, figuratevi quello – metaforico, chiaramente – di Trigoria.