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IL ROMANISTA Supersimo lascia da romanista

Simone Perrotta
Simone Perrotta
Simone Perrotta

(V. Vercillo) – Nove anni d’amore. Solo così si può definire la storia di Simone Perrotta alla Roma. Una storia fatta di alti e bassi, ma senza che il numero 20 abbia mai fatto mancare niente alla maglia giallorossa e ai suoi tifosi: impegno, passione, onore, rispetto. Il tutto ricambiato. E dopo ben nove stagioni, Simone Perrotta ha deciso di dire addio alla nuova Roma di Rudi Garcia, e al calcio giocato. «Di sicuro non continuerò nella Roma, come giocatore» ha detto ai microfoni di Teleradiostereo, facendo però intuire che potrebbe comunque restare in società, magari con un altro ruolo. «Non credo di continuare a giocare, perché preferisco finire come ex calciatore della Roma e non come ex di un’altra squadra, volevo finire con questa maglia e credo sia giusto così. Anche se sto bene fisicamente, ho ancora voglia di giocare e potrei fare altri due anni da qualche altra parte…».SuperSimo, 36 anni, in scadenza di contratto e con lista gratuita, ammette che se fosse rimasto Franco Baldini forse avrebbe continuato a giocare ancora un anno. «Non lo so, adesso non voglio parlare di questo, può darsi che la mia storia con la Roma continui in un altro modo, è giusto che il loro progetto vada avanti con i giocatori che loro ritengono validi». E quando gli chiedono se nella lista dei numeri a cui Garcia ha mandato un messaggio c’era anche lui, ammette: «No, ci ho sperato che arrivasse. Ero all’estero, forse arriverà…».

Il rammarico maggiore però è per l’ultimo derby perso in Coppa Italia, l’ultima volta che Perrotta ha calpestato il campo da gioco con la maglia della Roma: «Non doveva finire così, è un dolore che difficilmente riuscirò a superare. È lo sport che ci ha abituato a subire queste sconfitte e il rammarico è che non potrò rifarmi. Doveva andare in un altro modo per tutti, era scritta in un altro modo. Mi resterà quest’ultima gara anche se nel mio cuore ci sono tantissime altre vittorie, proverò a ricordare quelle».

La conclusione è dedicata alla nuova Roma, che proseguirà senza di lui«Come sono entrato in punta di piedi, è giusto che me ne esca in punta di piedi. Il prossimo anno sicuramente andrà meglio, peggio è difficile – sorride Perrotta, eletto a gennaio nel consiglio federale della Figc come componente dei calciatori -, è una società che ha una programmazione, una proprietà che spenderà dei soldi per rinforzare la squadra, anche l’allenatore mi sembra una persona per bene che ha vinto in Francia e potrà ripetersi anche qui».

Perrotta alla Roma ha dato tanto, forse più di quanto chiunque potesse aspettarsi. Trecentoventisei presenze, quarantanove gol, il tutto condito da impegno inappuntabile e rispetto per maglia e tifosi. Tifosi che, dopo un primo periodo di titubanza, hanno capito l’uomo e il giocatore, ed hanno imparato ad amarlo. E l’hanno dimostrato anche quest’anno, con quell’abbraccio che ha fatto commuovere un po’ tutti dopo il suo gol a Siena, il primo dopo tanto tempo. Un gol con cui si è preso la soddisfazione di tornare ad essere decisivo trovando l’angolino con un preciso destro dal limite su corta respinta di Rubin. L’esultanza verso il settore ospiti, l’abbraccio di quella che ormai è diventata la sua gente, sono ricordi che difficilmente riuscirà a cancellare. Consacrato anche dal resto del mondo del calcio nel 2006, l’anno in cui Spalletti lo fece brillare schierandolo da trequartista, facendolo diventare una pedina irrinunciabile nelle 11 vittorie consecutive della Roma. L’anno in cui fu scelto da Marcello Lippi e divenne campione del Mondo assieme ai suoi compagni di squadra, di vita: Daniele De Rossi e Francesco Totti. Ora, dopo nove anni, è tempo di chiudere un ciclo. «Nove anni fantastici»E soprattutto grazie a te, SuperSimo.  

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