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LA REPUBBLICA Derby sospeso, 9 anni di processo. Stop trasferte, idea class action
(F.Bianchi) – Nove anni per un processo, una vergogna: sono appena arrivate le sentenze di primo grado per il derby di Roma interrotto nel2004 (esattamente il 21 marzo). Condannati tre romanisti e due laziali. Undici gli assolti: e qui sta la vergogna. Hanno dovuto aspettare nove anni (fra continui rinvii e cambi del collegio giudicante) per avere giustizia. Nel frattempo sono stati in carcere, ai domiciliari, hanno scontato una diffida conobbligo di firma e qualcuno di loro ha perso pure il lavoro.E adesso? Faranno causa per chiedere i danni. In Inghilterra, in caso di reati da stadio, il violento viene arrestato, messo in una cella (molti stadi ne sono dotati) e giudicato per direttissima il giorno dopo. Da noi, ci vogliono 9 anni per avere il primo grado. Sempre sul fronte stadi, l’Osservatorio ha“condiviso l’esigenza di valutare la sospensione, per le prime partite della prossima stagione, delle away card della A. S. Roma e delle tessere del tifoso del Perugia e della Nocerina“.
La away card era stata voluta dalla Roma per venire incontro alle trasferte di chi non era fidelizzato, non aveva cioè sottoscritto la tessera del tifoso.Ma, attenzione: nonostante qualcuno scrivesse il contrario, per avere la away card, approvata dal Viminale, era (è) necessario rispondere alle stesse esigenze di sicurezza dei “tesserati”. Non era assolutamente, il via libero ai violenti, perché bastava un click su “questura on line” per sapere le posizioni di tutti. Vero che si erano infiltrati fra i gruppi romanisti alcuni violenti, ma è sufficiente per sospendere l’iniziativa?“Tra l’altro-ci spiega l’avvocato Loreno Contucci- i tifosi giallorossi che erano stati bloccati, e diffidati, sul treno a Civitavecchia avevano fatto regolarmente il loro biglietto. E potranno dimostrarlo, ora che ci appelleremo contro il provvedimento. Per quanto riguarda la away card, io ho pagato 20 euro e adesso vogliono bloccarla. Con quali motivazioni? Sono pronto a fare una class action“.
Tra l’altro pare che Fiorentina e Napoli volessero imitare l’iniziativa della Roma: ma ora è tutto fermo. Il direttore dell’Osservatorio Pasquale Ciullo, il suo vice (operativo) Roberto Massucci, e Armando Forgione, responsabile dell’ordine pubblico e grande appassionato di rugby, sono persone di buon senso. Sanno benissimo che in alcune curve si respira ancora aria di illegalità e questa frena le persone per bene. Ma se c’è un matto che provoca un incidente sull’autostrada, che si fa, si chiude l’autostrada? Lo stesso per le trasferte: emarginiamo i violenti e i beceri (meglio che stiano a casa loro, c’è sempre la tv) e aiutiamo i veri tifosi a seguire la loro squadra del cuore. Come fanno nei paesi civili. Già, ma noi siamo davvero un paese civile?
Rai Sport, tocca a Mazza. E a Gubitosi…
A meno di ulteriori slittamenti, domani il cda Rai ufficializzerà la nomina di Mauro Mazza come direttore di Rai Sport. Prende il posto di Eugenio De Paoli, che a luglio aprirà l’ufficio di corrispondenza di Rio. De Paoli è stato un capo innovativo: ha cambiato conduttori, opinionisti e telecronisti, ha abolito la moviola (nonostante le non poche resistenze interne), ha lanciato il canale tematico (Rai Sport 1 e 2). Ha difeso anche le trasmissioni cult della Rai come Novantesimo e la Domenica Sportiva, in tempi di spending review. Mazza prende la redazione sportiva (120 redattori) in un momento estremamente delicato, con il servizio pubblico che sul fronte dei diritti tv rischia di perdere colpi. Basta pensare alle Olimpiadi di Sochi 2014 e Rio 2016. E’ previsto per legge che le Olimpiadi non vengano trasmesse tutte in pay tv ma uno spazio va dedicato anche alle emittenti in chiaro (100 ore per i Giochi invernali, 200 per quelli estivi). Sky quindi deve cedere una parte dei suoi diritti. Certo, c’è Cielo che fa parte della “famiglia”: ma gli ascolti sono bassi, bisognerebbe studiare un piano per rilanciarla (anzi, lanciarla). Vale la pena? Tra l’altro Sky rischierebbe di farsi concorrenza in casa. La tv di Rupert Murdoch è impegnata su vari fronti, dalla Formula 1 (con risultati, di ascolti e nuovi abbonati, giudicati più che soddisfacenti dai vertici della pay tv) al Sei Nazioni di rugby (che ora cerca acquirenti). Ora trasmetterà dal Brasile anche tutte le partite della Confederations Cup. Per questo l’ipotesi di Cielo “olimpica” mi sembra complicata: a Sky conviene cedere alla Rai i diritti in chiaro (20 milioni per Sochi o 50 compreso Rio?) ma per motivi di bilancio può aspettare solo sino al 30 giugno. Luigi Gubitosi, dg Rai, deve farsi vivo in fretta altrimenti perde anche Rio, cui tiene di più di Sochi. La tv pubblica può permetterselo? Vero, che i diritti tv ora hanno raggiunto vette stratosferiche rispetto al passato, colpa anche di Sky. Qualche esempio: per i Mondiali di calcio del 2006 la Rai ha pagato 108 milioni, per le Olimpiadi invernali di Vancouver 2010 e quelle estive di Londra 2012 sempre la Rai ha sborsato 45 milioni a Sky, eccetera. Ora sono ancora scoperti gli Europei maschili di basket, in programma in Slovenia a settembre, e il Sei Nazioni 2014 di rugby. In più, non si sa ancora chi (Sky?) trasmetterà la prossima Premier League e Liga di Spagna. Nella primavera del 2014, infine, ci sarà il nuovo bando d’asta della Lega di serie A per i diritti del campionato di calcio, e allora lì se ne vedranno delle belle.
Ulivieri-Tavecchio, che scintille: in palio Coverciano.
Fallito l’esperimento Robi Baggio, ecco che Coverciano, la casa del calcio, da tempo ormai è senza guida. La Figc deve ancora nominare il nuovo presidente del settore tecnico. La scelta tocca al presidente Giancarlo Abete, d’intesa con il n.1 dell’assollenatori, Renzo Ulivieri. Ma fra Ulivieri e Carlo Tavecchio, vicepresidente vicario Figc e storico leader della Lega Dilettanti, ci sono scintille: tutti e due vorrebbero poter decidere. E così non è facile trovare un accordo: si era parlato di Gianni Rivera, alla guida del settore giovanile e scolastico, e di un altro ex campione come Dino Zoff (ma sarebbe disponibile?). Il vero problema di Abete è mettere d’accordo Tavecchio e Ulivieri. Se ne parlerà (forse) nel prossimo consiglio federale. Ma è dal 2010, ormai, che la Figc perde tempo.
Un sottosegretario per la Idem. Torna la Biancofiore? Ma niente Pari Opportunità…
Se 15 ore al giorno non bastano. Josefa Idem da sei settimane, ormai, è travolta di lavoro. Da quando le sono stati affidati addirittura tre ministeri (pari opportunità, politiche giovanili e sport). E lei lavora duro, con una brevissima sosta nel weekend per tornare in famiglia a Ravenna. Tanto che il figlio Janek le ha chiesto: “Mamma, ma perché fai il ministro?”. Così Josefa ha portato Janek l’altro giorno a Roma, perché si rendesse conto cosa vuole dire fare il ministro (anzi, la ministra come vuole essere chiamata) con quella serietà ed impegno che ha caratterizzato la sua vita sportiva. Ma adesso potrebbe arrivare un aiuto, un sottosegretario che si occupi di audizioni, risposte alle interrogazioni, tagli di nastri, convegni, eccetera. E alleggerisca quindi il carico della ministra. Un sottosegretario da scegliere in qualche altro ministero, perché la quota massima di membri del governo già è stata raggiunta. E l’ipotesi più probabile è quella del ritorno di Michaela Biancofiore, che era stata “rimossa” per la sua posizione contro i gay e “trasferita” alla Funzione Pubblica. Ora la Biancofiore potrebbe avere la delega per sport e politiche giovanili, ma non le pari opportunità, un terreno sul qualche ci si deve muovere con una certa delicatezza.