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LA REPUBBLICA Il Milan congela l’idea Seedorf: Allegri oggi si gioca la conferma

Galliani e Allegri

(G. Cardone) – La fine del giallo Allegri è un compromesso all’italiana. La panchina del Milan come il governo nato dall’alleanza Pd-Pdl. Qui per il momento può vincere il rapporto di trentennale amicizia traBerlusconi e Galliani, con la rivoluzione – più poteri a Barbara, inserimento di Maldini nei quadri dirigenziali – rinviata all’anno prossimo.

“Ma tutto è ancora possibile”, ripetono dal Milan: il riferimento è per il vertice decisivo tra i tre protagonisti, in programma stasera ad Arcore. Galliani spera che la mano sulla coscienza alla fine se la metta l’ex premier, sempre meglio che allungarla al portafogli per accontentare le esose richieste di Seedorf. Perché il nodo è lì: Berlusconi, affascinato dalla personalità dell’olandese, non aveva fatto i conti con il suo debordante ego.
Che lo ha portato ad esagerare, nelle pretese sull’ingaggio (al Botafogo da calciatore guadagna 3,7 milioni netti all’anno) e sul numero dei collaboratori, cioè sul nuovo staff.
Risultato: un salto nel buio così costoso ora spaventa pure Berlusconi. Resta ancora in ballo, Seedorf, ma certo le altre scommesse della sua carriera di presidente – Sacchi, Capello, Leonardo – si erano felicemente accontentate della fiducia, senza pretendere subito stipendi da top manager.
Già, la fiduciaQuella che stasera Allegri chiederà a Berlusconi per restare. Come Repubblica scrive da qualche giorno, non è questione di soldi o di rinnovi contrattuali. Il tecnico livornese è disposto a rispettare semplicemente l’attuale accordo fino al 2014, ma chiede la famosa “parola d’amore” dal capo. Cioè la garanzia che potrà lavorare senza l’ansia del licenziamento alla prima sconfitta. E poi i rinforzi, certo. Quelli sono necessari per tentare di strappare lo scudetto alla Juve. Ne servono almeno tre. Uno per reparto. Non bastano i giovani Saponara e Jorginho, ovvio. Dalla Samp arriverà Poli, dalla Francia il difensore Civelli e c’è una trattativa per Cerci. Saranno preziosi i soldi del Santos per Robinho e magari i milioni del Monaco per Boateng, perché le ragioni del bilancio restano prioritarie rispetto a quelle del cuore.
Il rinnovamento va avanti, ma Berlusconi deve garantire ad Allegri sostegno e rinforzi. La sensazione è che si sia arrivati al punto opposto rispetto a due settimane fa, quando il comunicato letto da Biscardi annunciava la rivoluzione immediata, non nel 2014: adesso il colpo di scena sarebbe il divorzio Allegri-Milan e non la pace.
Significative le parole del suo amico Camplone, tecnico del Perugia: “Ho sentito Max, mi ha detto che resterà in rossonero. Lui non vuole muoversi, al 100%. Ha tifosi e squadra dalla sua parte, non andrà via di sua spontanea volontà”. Lo farà solo se il confronto con Berlusconi sarà disastroso per lui.
La paziente mediazione di Galliani sta funzionando, l’ex premier ora può davvero scegliere la continuità. Tanto più che la conferma di Allegri renderebbe felici squadra e tifosi: avanti insieme per un altro anno, poi si vedrà. Magari nel frattempo Seedorf avrà ammorbidito le sue richieste, oppure Berlusconi deciderà di puntare su Prandelli. In caso di colpo di scena nel vertice, l’alternativa a Max è Pippo Inzaghi, al momento destinato alla Primavera. Irritata la Roma, sedotta e abbandonata da Mazzarri e ora anche da Allegri: un biennale da 7 milioni netti più i premi non sono bastati a convincerlo. Non è come un altro derby-finale perso, ma certo per i giallorossi è un periodaccio.
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