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LEGGO Garcia “Roma in Europa grazie al bel gioco”

Rudi Garcia sbarca a Fiumicino

(F.Balzani) – «Non ho paura di niente e voglio riportare la Roma in Europa attraverso il bel gioco». Ambizioso (come ama definirsi), ironico ed elegante. Così si è presentato Rudi Garcia, il primo allenatore francese della storia della Roma: «Ma ci fu anche Helenio Herrera», precisa lui (in effetti il Mago argentino aveva nazionalità e natali calcistici francesi). Quarto tecnico in tre anni di gestione americana che ieri ha affiancato al tecnico il solo Global Ceo Zanzi (sorrisi e due parole: «Garcia è la scelta migliore»). Più loquace Rudi: «Sono qui per vincere e far sì che la squadra faccia divertire i tifosi, non cambierò la mia filosofia. Lavoreremo duro. Conosco Roma, una città piena di storia. Il club invece lo sto scoprendo, so che c’è tanta passione».

Nel suo staff ci sarà anche Andreazzoli, con ruolo però ancora da definire. Passione affievolita da due annate storte (solo 5 tifosi a Trigoria e uno striscione: «Dateci i campioni»). «Non mi importa del passato – taglia corto Garcia – ma vincere con la Roma ora. È importante ritrovare l’Europa, se dalla porta principale (la Champions, ndr) meglio. Ho una rosa di qualità, ora voglio conoscere i giocatori. Solo allora potrò capire cosa serve e cosa no». Anche De Rossi rientra nelle valutazioni da fare: «Prima di parlare di ruolo o futuro voglio incontrarlo». Stessa risposta per Osvaldo, mentre su Totti il francese non ha dubbi: «Do più importanza alla squadra che ai singoli, ma Totti è un grandissimo e avrà un ruolo fondamentale in campo e fuori».

Fondamentale sarà anche la scelta del portiere (si allontana Rafael): «Una grande squadra ha bisogno di un portiere efficace. Sto lavorando con Sabatini, nessun giocatore sarà preso senza il mio assenso». E a chi gli ricorda che è una 3ª scelta dopo i rifiuti di Mazzarri e Allegri, Garcia risponde: «La cosa importante non è essere la prima scelta, ma essere l’allenatore della squadra. Comunque da due anni parlo con la Roma…». Preoccupano le partenze a rilento di Garcia che potrebbero innervosire un ambiente spazientito: «L’importante è finire bene, il campionato è una maratona. Mi ritengo un diesel: a Lilla 4 volte su 5 siamo andati in Europa. L’importante è che ci venga dato tempo di lavorare. Giudicatemi dai risultati». Bisognerà anche gestire uno spogliatoio turbolento: «Per vivere in gruppo ci sono delle regole. Io sarò la guida».

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