Sedotta e abbandonata. La Roma si guarda intorno, cercando di riprendere fiato dopo lo tsunami cadutole addosso domenica notte. Per la verità, a Trigoria avevano capito come sarebbe finita già 48 ore fa, di fronte all’ennesimo rinvio di Allegri: l’allenatore che Berlusconi aveva scelto per i dirigenti romanisti mesi fa – veicolando la libertà a trattarlo attraverso i canali politici di Gianni Letta e Malagò – prima di riprenderselo lasciando la Roma con il cerino spento tra le dita.
Dal 2 febbraio al 2 giugno, dal giorno dell’addio di Zeman alla notte dei saluti di Allegri: la Roma ha festeggiato quattro mesi esatti senza allenatore di ruolo, se si esclude la “supplenza” Andreazzoli. La prima panchina di una big di serie A a essersi liberata sarà dunque l’ultima a trovare un nuovo custode. La programmazione futura ne risente, le date del ritiro estivo non sono state ufficializzate (anche se l’hotel di Riscone è già stato prenotato dal 14 al 31 luglio, giorno in cui però la squadra sarà negli Usa per l’All Star Game) e anche la campagna acquisti non decolla. Per pianificarla – come è giusto che sia – il management aspetta la nuova guida tecnica: unici innesti ormai certi il portiere Rafael e il difensore Benatia. Ma mentre la Juventus ha già ingaggiato Llorente e prova a stringere per Higuain e Jovetic, mentre il Napoli sogna Gomez e tratta Dzeko, a Trigoria si cerca ancora chi dovrà decidere se tentare o meno di recuperare De Rossi e Osvaldo (che comunque vogliono partire). Blanc in primissima fila, spinto dalla sua voglia di tuffarsi in una sfida così affascinante (e che gli fa preferire Roma al Psg). In alternativa Bielsa e Mancini (che però non sembrano tentatissimi dall’idea), Rijkaard (l’agente però smentisce) o la scommessa Panucci. Ma l’ennesimo schiaffo ricevuto dai giallorossi ha fatto sorgere dubbi in molti allenatori, che se fino a qualche mese fa chiamavano per proporsi (lo assicura Baldini) oggi guardano con sospetto alla squadra della capitale. Anche perché l’incertezza nella Roma è profonda, e riguarda anche la dirigenza: il direttore generale Franco Baldini, volto del nuovo corso, non ha ancora comunicato se continuerà o meno ad onorare il contratto che lo lega al club di Pallotta. Con il presidente dovrà parlare a breve per chiedergli senza indugi più libertà di manovra e più poteri, in modo da potersi sentire davvero responsabile dei risultati della squadra. Poteri che contrastano con il ruolo dell’a. d. Usa Italo Zanzi, che avrebbe dovuto allontanare l’ombra invadente di Mark Pannes e invece non ha fatto altro che amplificarla. Certo la mancanza di stabilità prodotta non incentiva chi viene contattato. E già arriverebbe marchiato dell’infamia di essere soltanto la terza scelta, dopo i flop raccolti con Mazzarri e Allegri. Ancora più difficile allora per Blanc, Bielsa o chicchessia, domare uno spogliatoio già segnato dalle lacerazioni di questa stagione e dunque da ricostruire. Ad alcuni dei giocatori era stato assicurato, dopo lo smacco in finale con la Lazio, che tornando dalle vacanze avrebbero trovato ad attenderli Allegri. Chissà che sorpresa troveranno adesso.
Fonte: repubblica.it