(VISTI DALL’ALA M.Mauro) La vicenda di Allegri, che si è conclusa con la sua permanenza sulla panchina del Milan, è quanto meno singolare. La società può legittimamente mettere in discussione un allenatore che al suo primo anno vince lo scudetto, poi arriva secondo e poi terzo, anche se ci sono delle componenti che non possono essere non considerate: la forza innegabile e indiscutibile della Juve, il pessimo inizio di campionato (e qui però anche l’allenatore ha qualche responsabilità) e le cessioni, poi parzialmente ‘recuperate’ con l’arrivo di giocatori importanti, primo tra tutti Balotelli. Ciò che sorprende è che la soluzione non sia avvenuta d’amore e d’accordo ma in modo conflittuale (che continua, visto che Berlusconi – che voleva Seedorf – vuole sempre ribadire, come se ce ne fosse bisogno, che comanda la società). Ripeto, è una vicenda strana, almeno a vederla dall’esterno e senza conoscere a fondo cosa accade o è accaduto in casa rossonera. Onestamente non è una cosa da Milan. Io credo però che Allegri abbia fatto male a rimanere: lo avrei visto benissimo sulla panchina della Roma.
E così apriamo il capitolo giallorosso. Sabatini deve capire (prendo come esempio Piris, ma senza volere offendere nessuno, né il ds né tanto meno il giocatore) che se la Roma punta ad arrivare nei primi 3-4 posti non sono questi gli uomini adatti: buon giocatore, per carità, ma ne servono con altro temperamento e ben altra personalità. E c’è poi l’incognita dell’allenatore, che comunque ha sempre un ruolo importante: a questo proposito, io conosco benissimo Blanc – ho giocato con lui al Napoli – ed è una persona e un tecnico eccezionale, alla Roma potrebbe fare molto bene. Credo che uno dei motivi del fallimento di Zeman sia stato che dei due giocatori più importanti (Totti e De Rossi) uno faceva continue dichiarazioni a favori del tecnico, mentre l’altro era relegato in panchina, l’allenatore lo attaccava e lui rispondeva. Totti sarà sempre fondamentale, ma la Roma deve cominciare a pensare a una squadra senza di lui in campo. Non metto assolutamente in discussione le sue qualità, ma un progetto come quello giallorosso, che vuole essere vincente, deve inevitabilmente cominciare a pensare a fare a meno di Totti, per ovvi motivi di età: io sono sicuro che conoscendolo, per l’attaccamento che ha per la Roma, non farà problemi, ma io credo che il prossimo allenatore deve poter contare sulla disponibilità di Totti ad assumere anche un altro ruolo. Un altro aspetto deve essere chiaro: la Roma deve provarci, le regole devono essere uguali per tutti ed essere rispettate. Perché in altri club ci si riesce e a Roma non sempre (e chi ha provato a fare discorsi così è stato sempre osteggiato?). Un giocatore forte e importante come Osvaldo non può comportarsi in quel modo, non può fare come gli pare, e non ha senso lasciarlo magari 10 partite in panchine e poi farlo giocare, come se nulla fosse. O si crea un ambiente che ‘naturalmente’ vive di rapporti improntati al rispetto (perché ai giocatori viene naturale rispettare le regole e comportarsi bene, sanno che le regole sono necessarie per vincere e che fanno parte dello sport). Se gli viene consentito invece di violarle liberamente è la rovina della squadra, la pietra tombale per ogni speranza di vittorie. Speriamo che tutti si convincano che senza questo ambiente non si divertiranno mai e non si otterranno risultati.
Il Napoli con Benitez è un punto interrogativo completo, mi auguro che De Laurentiis tenga Cavani e tutti gli altri giocatori di primo piano. Se riusciranno a trovare due difensori e due centrocampisti potranno lottare fino in fondo in campionato e anche in Champions. Il Borussia Dortmund insegna, nulla è vietato se si gioca bene, si può lottare alla pari con le corazzate. Ora il Napoli ha preso un allenatore che conosce alla perfezione come si fa a vincere, specialmente in Europa. Ma deve fare un grande mercato.
E poi c’è l’Inter (a proposito, quante bugie da parte di Moratti e Mazzarri prima dell’annuncio ufficiale). Dal punto di vista tecnico-tattico Mazzarri è una garanzia, anche per i rapporti con i giocatori. Non conta se l’Inter è reduce da un campionato disastroso, tutti gli chiederanno di partecipare alla lotta scudetto, quindi i nerazzurri dovranno fare una buona campagna trasferimenti (che non è solo acquistare e spendere tanto, ma anche scambiare bene, trovare le persone giuste nei ruoli giusti) oppure Napoli, Juventus e Milan saranno sempre davanti.
La Juve ha un impianto di squadra che non verrà e non dovrebbe essere toccato. Non penso che i bianconeri, per vincere ancora, possano pensare a privarsi di Pirlo, Vidal, Marchisio e Pogba, che sono garanzia assoluta insieme a Bonucci, Barzagli e Chiellini. Con il miglior centrocampo d’Europa già a disposizione, prenderà invece qualche esterno per consentire a Conte di giocare col 4-3-3 o 3-5-2 e per mantenersi allo stesso livello. Per vincere ancora lo scudetto e puntare alla Champions servirà un attaccante molto forte.