Per la prima volta nella sua storia, il Latina è in serie B: al Francioni il Pisa è battuto per tre a uno, dopo il pareggio sull’Arno. Al termine della partita, mentre dagli altoparlanti si diffonde l’immancabile We are the champions dei Queen, calciatori e staff indossano maglie celebrative: “Noi siamo in serie B“. La squadra allenata da Stefano Sanderra dilaga ai tempi supplementari, con gli avversari prima in dieci e poi addirittura in nove. La promozione giunge al termine di una stagione ricca di soddisfazioni, visto che la squadra pontina aveva già vinto la Coppa Italia di Lega Pro, ancora a spese di un club toscano, il Viareggio. In città la festa è pronta per esplodere. Dopo Roma, Lazio, Frosinone, è il quarto club della regione Lazio a militare in una delle due massime serie (il Rieti ha disputato due stagioni nella Serie B girone sud nell’immediato dopoguerra).
La gara di ritorno (dopo lo zero a zero in Toscana), giocata allo stadio Domenico Francioni, è stata tirata e combattuta fino al secondo tempo. Il Pisa, arrivato quinto in classifica finale della regolar season, era passato in vantaggio con una punizione di Barberis, al sedicesimo del primo tempo. Ma i pontini, nello stadio bollente per il clima e per il tifo incessante, hanno ripreso a giocare, attaccando con Gerbo e Jefferson; e proprio l’attacante brasiliano ex Fiorentina agguanta il pari, segnando di testa allo scadere del primo tempo. Nella ripresa le due squadre si annullano, con poche occasioni da una parte e dall’altra. Nei supplementari, a spezzare l’equilibrio, ci pensa Kola: lanciatissimo in contropiede, viene abbattuto dal portiere pisano Sepe, espulso. Il Pisa si ritrova in dieci e senza portiere, avendo esaurito i cambi. Tra i pali va il difensore Francesco Colombini. E dal dischetto Cejas non sbaglia, per un gol atteso a Latina da cinquant’anni. Il seguito è per gli almanacchi. Ancora un’espulsione per il Pisa: stavolta tocca a Rocco Sabato, e ancora rigore, ma Colombini para. Infine il gol di Salvatore Burrai: la festa può avere inizio.
Fonte: Repubblica.it