Giovanni Galeone, ex tecnico e grande teorico del calcio, ha parlato della nostra Serie A e dei suoi protagonisti a 360 gradi. Riportiamo di seguito le sue dichiarazioni:
Su Conte:
“A Conte hanno preso negli ultimi anni il meglio che c’era sul mercato, oggi ha aggiunto Tevez e Llorente a una batteria di attaccanti da far invidia a qualsiasi allenatore eppure continua a ripetere che non è abbastanza per competere alla pari con le altre grandi d’Europa. Roba da pazzi…”
Su Mazzarri:
“Stessa cosa Mazzarri: urla, strepita, chiede corsa, sacrificio e giocatori già fatti, ma se ha un giovane di talento non lo mette dentro manco se lo ammazzi. Il contrario di quanto sta capitando ad Allegri nel Milan: gli prendono mezzo giocatore e tanti ragazzi in carriera, ma se non vince lo stesso è garantito che lo buttano via. No, questo tipo di calcio non mi piace e non mi diverte, se dovessi scegliere andrei a vedere tutta la vita la Fiorentina di Montella piuttosto che la Juve di Conte o qualsiasi squadra di Mazzarri“.
La ricetta che propone è quella che con lui in panchina fece la fortuna del Pescara e poi pure delPerugia, è la stessa che ispirò Zemanlandia e il Bari di Catuzzi, che portò la Roma di Spalletti a un passo dallo scudetto, che ha visto trionfare il Sassuolo di Di Francesco nell’ultimo campionato di serie B:
“Parli parli, ma alla fine la ricetta è sempre quella: questione di mentalità, di educazione calcistica, di capacità di insegnare un calcio propositivo che abbia il coraggio di dare fiducia e occasioni giuste a giovani di talento, che metta al primo posto la qualità piuttosto che la grinta e l’espediente tattico. E’ la scelta, appunto, che ha fatto Montella: giocava così a Catania, ha riproposto lo stesso calcio a Firenze, preoccupandosi soprattutto di aumentare il tasso tecnico. Il centrocampo dei viola è da manicomio con Borja Valerio e Pizarro, lì davanti Cuadrado, Jovetic e Ljajic mettono le giostre; Rossi e Gomez garantiscono un’ulteriore iniezione di talento, ma è sempre la mentalità che fa la differenza. Probabilmente avrebbe potuto ottenere gli stessi risultati anche Zeman alla Roma con un organico giovane e di notevole spessore tecnico, se non ci è riuscito è perché lui in fatto di organizzazione difensiva è indietro di 45 anni…”.
Fonte: Il Centro