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CALCIO SCOMMESSE Gli avvocati calano il jolly, Mauri e la Lazio sperano

Mauri all’uscita del carcere di Cremona

Un’azione in contropiede nei minuti finali del processo per sorprendere l’accusa e far crollare il castello accusatorio. I legali di Stefano Mauri si giocano il jolly nell’ultima giornata del procedimento sportivo sul Calcioscommesse relativo alle presunte combine di Lazio-Genoa e Lecce-Lazio del 2011. Gli avvocati Amilcare Buceti e Matteo Melandri hanno infatti presentato alla Disciplinare una documentazione che dimostrerebbe l’assenza di scommesse anomale nell’agenzia di Luca Aureli, amico del capitano biancoceleste che gli aveva fornito una scheda coperta. Una mossa che ha spiazzato il procuratore federale Stefano Palazzi e che ha segnato un punto a favore di Mauri e della Lazio, i cui destini sono legati a filo doppio come gli illeciti contestati al giocatore.

La giornata conclusiva si è aperta con il sit-in pacifico di un piccolo gruppo di tifosi della Lazio fuori dall’hotel e con la dichiarazione spontanea di Stefano Ferrario: «Per ignoranza e superficialità non sapevo che dovevo denunciare un fatto, solo dopo ho visto che dietro c’era un meccanismo grande. Ma io mi devo prendere omessa denuncia e non altro: se voi mi condannate per illecito -ha sottolineato l’ex difensore del Lecce- sappiate che condannate un innocente». E davanti alla Disciplinare si è presentato anche Alessandro Zamperini, amico di Mauri, che ricostruendo i contatti con lo ‘zingarò Hristiyan Ilievski ha confermato di essersi recato dal giocatore a Formello insieme al macedone («Era interessato a conoscere più persone possibili per avvicinarli e organizzare queste cose») precisando però di essere entrato da solo nel centro sportivo ed esclusivamente per ritirare i biglietti della partita.

Il processo è poi entrato nel vivo con le arringhe difensive. Il legale della Lazio, Gian Michele Gentile, ha ribadito l’inattendibilità del pentito Carlo Gervasoni, scaricato da una figura-chiave dell’organizzazione come Almir Gegic («Ha confessato di avere alterato una valanga di partite, ma quando si arriva a Lazio-Genoa e Lecce-Lazio dice di non saperne nulla»), e ha ricordato la delicata posizione di Mauri: «Dare quattro anni e mezzo di squalifica a un calciatore di trent’anni è come ucciderlo». Poi, è andato in scena il round conclusivo fra i legali del giocatore e Palazzi. «Con una squalifica del genere la carriera di Stefano verrebbe polverizzata. Dobbiamo discriminarlo perchè è bello, bravo e ricco?», ha domandato Buceti definendo «di una durezza inusitata» la richiesta di Palazzi «a fronte di un quadro probatorio così fragile, come se fosse una colpa essere la bandiera del calcio capitolino».

Il ‘coup de theatrè è stato affidato all’altro legale Melandri che ha illustrato alla Disciplinare la documentazione relativa all’intero flusso di giocate registrate presso la ricevitoria di Aureli. «Lazio-Genoa viene giocata 86 volte: di queste solo 7 risultano vincenti e una sola non inserita in un sistema con una giocata di 500 euro su ‘x’ nel primo tempo e ‘2’ nella ripresa». Una giocata, questa, comunque effettuata mezz’ora prima dell’incontro tra Mauri e Zamperini a Formello e quindi in anticipo su un presunto accordo illecito fra i due. Melandri ha dato i numeri anche su Lecce-Lazio («162 giocate di cui 8 vincenti, 7 sistemi e una sola giocata secca di 1500 euro») e ha concluso illustrando la prova della giocata vincente effettuata da Mauri su una partita di tennis in corrispondenza dei contatti tra Mauri e Aureli. Un finale inaspettato che ha costretto Palazzi ad una controreplica improvvisata, in cui ha ricordato le «risposte elusive» fornite da Mauri sulla sua passione per le scommesse e sull’amicizia con Aureli. Ora la palla passa alla Disciplinare. E in attesa delle sentenze della prossima settimana, la Lazio incrocia le dita con il suo capitano.

Fonte: AdnKronos

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