(A. Maglie) La Roma di Garcia è bella e ha un’identità. Alla prima amichevole di una certa consistenza contro l’Aris di Salonicco, i giallorossi spiegano cosa intendono fare in campo e bisogna dire che quando riescono a farlo bene, sono pure divertenti. Ovviamente la condizione è ancora difettosa, le gambe non perfettamente rodate, la continuità limitata. Ciò non toglie che dal punto di vista della condizione fisica, la squadra di Garcia ha dimostrato di aver lavorato molto e anche bene (…)
(…) Garcia ha davanti un mese per sistemare le cose e, soprattutto, per inserire De Sanctis: il portiere dovrebbe dare quelle certezze che, almeno al momento, il giovane polacco, Skorupski, non sembra in grado di garantire. (…) Possesso-palla ma non sterile e, soprattutto, finalizzato all’improvvisa verticalizzazione; ricerca delle corsie esterne e degli inserimenti dei centrocampisti. Nel confronto continentale le squadre italiane pagano spesso dazio dal punto di vista del ritmo: quello esibito dalla Roma è stato, pur con qualche inevitabile pausa, in linea con le performances continentali.
Semmai, l’aspetto su cui la Roma deve migliorare è quello della concretezza offensiva. Come spesso capita alle squadre di grande qualità tecnica, la Roma tende a specchiarsi, a mancare di concretezza negli ultimi sedici metri, è un vizio vecchio su cui Garcia dovrà lavorare, dando un senso alle esibizioni stilistiche: il bello va bene ma a patto che sia pure efficace. Altro aspetto molto confortante è dato dal fatto che una volta persa palla, la squadra prova immediatamente ad aggredire per recuperarla: è la lezione impartita in questi anni dal Barcellona e che ormai hanno assorbito tutti i grandi club ed è d’altronde anche il modo più efficace per proteggere la difesa.
La squadra cerca di giocare da squadra, collettivamente, con pochi tocchi (l’unico che porta un po’ palla è Dodò che pure con la sua velocità crea spesso problemi), compatta, con le linee abbastanza strette. La differenza dovrà farla la qualità e la Roma ne ha tanta. (…)