(G. D’ubaldo) – Viaggio nei segreti di Rudi Garcia. Sono bastati pochi giorni al tecnico francese per farsi capire dai suoi giocatori, per lanciare un segnale ai tifosi, per lasciare comunque un’impronta. Che magari può far discutere, ma è una prova di personalità e carattere. Sono bastati pochi giorni a Garcia per prendere le redini di questo gruppo che aveva bisogno di essere guidato da una mano ferma. Così ieri in una manifestazione di tifosi è successo che Garcia sia andato a prendere Totti, dicendo a tutti: «Dobbiamo andare a lavorare. Poi torniamo». Indicazioni rigorose, regole ferree. Garcia impone ai giocatori di usare i parastinchi anche durante gli allenamenti. (…)
Altra regola fissata da Garcia: a tavola vietati i dolci. Tassativamente, senza deroghe. Era abbastanza frequente concludere i pasti con le crostate, i dolci preferiti dai calciatori (Batistuta mangiava solo quelle con le marmellate chiare, mai scure), che in questo periodo non sono mai apparse sulle tavole del ritiro. Attenzione al menù: niente cibi grassi.
Un’altra disposizione data dall’allenatore ha una motivazione ambientalistica. L’acqua non va sprecata. Così i giocatori bevono nelle pause degli allenamenti da bottigliette personalizzate. Sono i massaggiatori che scrivono con un pennarello sul tappo della bottiglia o sulla fascia di carta che indica la marca il numero di maglia dei giocatori. (…)