(M. Evangelisti) Il magma che Rudi Garcia ha trovato a Trigoria all’inizio di luglio comincia a prendere una forma. Quella che il tecnico francese si aspettava di trovare o meglio progettava di plasmare. (…)
PROBLEMA – (…) La Roma lentamente sorge dalla materia informe e somiglia a quanto Garcia aveva in mente dall’inizio. Paradossalmente il problema tattico più delicato riguarda Francesco Totti. Nel senso che il capitano è come l’elemento prezioso e qualificante di un’opera d’arte al quale l’autore non intende rinunciare ma che non sa bene come inserire nel progetto.
A Totti manca l’agilità, ovviamente. Ciò che Garcia chiede a ogni singola particella del suo modulo. Il continuo movimento senza palla non può essere preteso da un uomo di 36 anni che non lo ha mai avuto come tratto distintivo del suo gioco. Così Garcia ha in mente di rimediare tenendo Francesco come fulcro del centrocampo e moltiplicando gli elementi scorrevoli intorno. Vanno in questa direzione gli inserimenti di Maicon sulla fascia destra e di Gervinho, se tutto andrà come deve con l’Arsenal, sulla linea avanzata a sinistra. Lì in alto l’ivoriano e Lamela possono anche scambiarsi il posto: il primo è un destro naturale e il secondo è mancino. Però entrambi preferiscono accentrarsi e tirare in porta con l’interno del piede preferito.
REGISTI – Ancora oltre Totti, Garcia può sfruttare la notevole vivacità di Mattia Destro. Infatti sarebbe un guaio se l’assenza del giovanotto continuasse troppo a lungo. Sia l’attuale attaccante di riserva, cioè Borriello, sia la preferita alternativa Giraldino hanno caratteristiche che non s’incastrano nel meccanismo. Specialmente Gilardino, prima punta classica se mai ce ne furono. In caso di necessità il francese sposterebbe Totti al centro dell’attacco replicando lo schema che ha fatto la sua fortuna a Lilla e inserirebbe Pjanic nel ruolo di regista avanzato.
La Roma così com’è va già benino, a patto che vengano Gervinho o un attaccante esterno analogo e che venga riempita la falla in porta. Anche in questo caso la Roma ha seguito le indicazioni dell’allenatore prescelto, lasciando perdere il giovane Rafael, dirigendosi sul giovane polacco Skorupski inizialmente disponibile al ruolo di secondo e cercando un esperto lupo di mare come De Sanctis.