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CORRIERE DELLO SPORT Roma a metà, ma il gruppo c’è

Roma-Busaspor

(R. Boccardelli) E’ finita in pareggio, con la romantica appendice di Osvaldo che twitta quasi in diretta la sua gratitudine a Totti per avergli concesso la possibilità di calciare e segnare il rigore dell’1-1. Roba da romanzo popolare.
(…)La Roma dal canto suo ha cercato di sviluppare il gioco chiesto da Garcia riuscendoci solo a tratti, evidenziando una condizione atletica abbastanza approssimativa dopo dieci giorni di preparazione. «Hanno giocato sulla fatica» ha detto poi il tecnico franco-andaluso, sottolineando come disputare una partita con i muscoli imballati sia molto più difficile.

ESPERIMENTO – Subito una sorpresa, anzi due: non c’è Strootman, neanche convocato («meglio non rischiarlo» ha detto Garcia) e subito dentro Jedvaj, il diciassettenne talento croato al debutto nell’inedito (per lui) ruolo di centrale di centrocampo, molto arretrato per la verità, un po’ alla spagnola con arretramento quasi all’altezza dei centrali difensivi quando gli esterni sono in proiezione offensiva. (…)
DUE SCHEMI – Un modulo per tempo: 4-3-3 nella prima frazione di gioco, 4-2-3-1 nella ripresa. Osvaldo subito in campo al centro dell’attacco con Totti a sinistra e Lamela a destra. Pjanic e Bradley intermedi mentre in difesa Garcia ha alternato i tre centrali (Burdisso, Castan e Benatia) facendoli giocare 60’ per uno e facendo anche una cosa che in partite ufficiali non si può fare, vale a dire reinserendo Castan nella ripresa dopo che il brasiliano era già uscito. Squadra più equlibrata nel primo tempo, più votata all’offensiva, con Dodò altissimo, nella ripresa. Non è un caso che proprio da quella parte il Bursaspor ha costruito il gol del vantaggio in contropiede. (…)
REAZIONE – Più di orgoglio che di testa la reazione della Roma che si è subito portata in avanti prendendo un paio di punizioni dal limite, sulla seconda delle quali Sener ha intercettato visibilmente di mano. Calcio di rigore con episodio da libro cuore già ampiamente descritto. Osvaldo ha battuto di piatto destro alla sinistra di Frey che non ci è arrivato. (…)
CONCLUSIONI – Il risultato conta poco, la forma arriverà. In realtà la vera Roma di Garcia è ancora di là da venire anche se lo spirito di gruppo, almeno quello, non manca. Nel primo tempo Garcia si è arrabbiato molto con l’arbitro per una punizione non concessa per l’atterramento di Osvaldo. «Ma che è cascato da solo!» ha urlato un paio di volte all’arbitro con una grinta che ai tifosi è piaciuta. Anche a noi.
COSA VA: STA NASCENDO LO SPIRITO GIUSTO – Lo spirito di gruppo, la consapevolezza che è una stagione che non si può sbagliare. Ieri la Roma, sotto di un gol e ormai in riserva quanto a energie fisiche e mentali, ha stretto i denti e, nonostante i turchi fossero molto più avanti nella preparazione, ha voluto fortemente quantomeno il pareggio, arrivato sì su rigore, ma al culmine di una serie di azioni che stavano stringendo i turchi nella loro area. Bene l’intesa tra Totti e i compagni, che hanno aiutato anche Jedvaj, al debutto in un ruolo che non è suo e in un contesto tattico ed atletico francamente non facile.
COSA NON VA: LENTEZZA DI IDEE E DIFESA FRAGILE – Due partite, due gol presi, uno a partita. Sia che si gioca contro i dilettanti altoatesini, sia che ci si confronti con una buona squadra di serie A turca (che fa l’Europa League), la Roma qualche amnesia la regala sempre e la paga puntualmente. Altro problema, che dovrebbe risolversi con l’arrivo della condizione atletica e l’inserimento di De Rossi e Strootman, è la lentezza nel costruire gioco. Solo Totti è capace di illuminare la scena mentre Pjanic parte sempre bene e poi si spegne sempre contro qualche avversario o in qualche passaggio sbagliato di troppo. C’è comunque tempo per migliorare. Siamo appena all’inizio.
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