(C. Zucchelli) – «Per fare un buon campionato dobbiamo fare una sola cosa: lavorare sodo. Ci dobbiamo mettere sotto per noi stessi, per la Roma e per i tifosi». In questo silenzioso scorcio d’estate romanista, dove nessuno parla e niente – Garcia a parte – viene annunciato, le parole di Nicolas Burdisso dall’Argentina arrivano forti e chiare.
RIVINCITA Dei 4 centrali giallorossi presenti in rosa lo scorso anno, Burdisso sembrava il primo destinato alla partenza. Una stagione non eccezionale la sua e un richiamo, quello del Boca, a cui pareva impossibile dire di no. L’argentino invece ha deciso di rimandare il ritorno in patria di almeno un anno perché vuole provare a conquistare un trofeo con la Roma. Troppo ottimista? No, almeno stando a chi lo ha visto in queste settimane: concentrato, carico, pronto a dimenticare le delusioni degli ultimi 2 anni. Il solito Burdisso, insomma, anche se con l’arrivo di Benatia gli spazi per lui potrebbero ridursi. A meno che non parta Marquinhos, quello che Nicolas definisce «uno dei più forti difensori con cui ho giocato».
SOGNO BRASILIANO La voglia di rivincita con la Roma, le vacanze con la famiglia, il sogno di giocare il Mondiale con l’Argentina: Burdisso racconta tutto sotto lo sguardo vigile del fratello che lo accompagna a un evento benefico: «So che l’anno prossimo ci sarà tanta pressione, ma sono pronto a lavorare duro. Voglio fare un buon campionato anche perché sogno di tornare a indossare la maglia della nazionale». Se tornasse ad essere decisivo come prima dell’infortunio del 2011 Sabella potrebbe prenderlo di nuovo in considerazione. Nicolas ci spera, sarebbe il modo migliore per chiudere la carriera europea prima di tornare al Boca.
IL SAGGIO Con ogni probabilità Burdisso sarà anche uno dei cinque o sei saggi che si rapporteranno con Garcia per prendere le decisioni più importanti. Insieme a Totti, De Rossi e Pjanic (se resteranno) e forse Lamela, Burdisso sarà chiamato ad avere maggiori responsabilità. Garcia, finora, gli ha fatto un’impressione buona anche se non si è sbilanciato neppure con gli amici più stretti: troppa la distanza tra Roma e Buenos Aires, troppa l’esperienza accumulata per non sapere che le uniche risposte valide le darà il campo.E proprio per non arrivare impreparato Burdisso durante la vacanza non è stato fermo. Riposo sì, tanti giochi coi tre figli pure, tante chiacchiere col fratello Guillermo idem (soprattutto perché non sta vivendo un momento semplicissimo al Boca Juniors), ma anche parecchia palestra, corsa e allenamento per non arrivare a Riscone già in debito d’ossigeno dopo le prime sedute. Garcia non sarà Zeman ma è meglio non è rischiare. «Anche perché – ricorda Nicolas –, quest’anno dobbiamo fare solo una cosa: “trabajar” duro».