(G. Monti) – Alla fine, Morgan De Sanctis arriverà alla Roma al posto del suo successore a Napoli, quel Rafael Cabral con il quale si è incrociato ieri nel ritiro di Dimaro. La classica storia delle porte girevoli che consegna a Rudi Garcia un 36enne ragazzo di grande esperienza (542 partite in carriera con sei maglie diverse) e dalla spiccata personalità. De Sanctis è uno che non le manda a dire. Anche a costo di andare contro la tifoseria, proprio come ha fatto il suo prossimo allenatore. «Se i napoletani pretendessero dalla città quel che pretendono dal Napoli, le cose da queste parti andrebbero meglio», ha detto nel corso dell’ultima annata. Una frangia della tifoseria ha storto il naso, gli altri hanno capito che aveva ragione.
Leader Colto, intelligente e mai banale, De Sanctis è l’uomo che l’ufficio stampa del Napoli ha sempre mandato a parlare nei (pochi) momenti difficili. Non a caso, nello spogliatoio azzurro per quattro anni è stato un riferimento, una guida. Ha legato con tutti, in particolare con Lavezzi che è andato pure a trovare di recente a Parigi. L’argentino lo prendeva spesso in giro per via di quel suo modo di vestire «vintage» e di quel la canzone («Non succederà più» di Claudia Mori) che è solito ascoltare. Lui, invece, cercava di convincerlo a rimanere più a lungo sul campo di allenamento perché il Pocho era un po’ refrattario alle doppie sedute mentre Morgan, per tutti il Pirata, è maniacale nella cultura del lavoro.
Esperienza Spesso svolge lavoro differenziato il martedì perché cura i suoi muscoli con attenzione e arrivato a una certa età sente di doverli preservare (ecco perché di recente ha rinunciato pure allaNazionale, con tanto di commiato da parte di Prandelli). Così facendo, a Napoli nei primi tre anni ha saltato una sola gara di campionato: se non è un record, poco ci manca. Ha battuto, invece, nel 20102011, il record di imbattibilità casalinga (800 minuti) che apparteneva a Castellini (’8182 con 762’). Al San Paolo abbassava la saracinesca ed era impossibile fargli gol. Quando, però, Mazzarri lo scorso anno gli ha chiesto di cominciare lui l’azione d’attacco con i piedi, ha palesato qualche limite ed è entrato in conflitto con il pubblico. È un portiere vecchio stampo, fortissimo tra i pali e nelle uscite basse, meno abile sui palloni alti. Comunque, una garanzia. Alla concorrenza lascia le briciole (chiedere a Iezzo e Rosati). Lobont e l’ultimo arrivato Skorupski sono avvertiti.