(C.Zucchelli) Di Kevin Strootman si dice che sia talmente poco personaggio e talmente tanto professionista che anche convincerlo a sbilanciarsi coi tifosi su twitter non sia stato semplicissimo. «Parlo poco e lavoro tanto», ha confidato l’olandese, poco abituato alle luci della ribalta con cui, da quando è a Roma, deve fare i conti. Per questo la fidanzata, il giorno della firma, ha lasciato in fretta e furia l’albergo per andare a comprargli un vestito di marca adeguato. Lui quando l’ha visto ci ha pensato su, poi ha preferito rimanere in jeans e t-shirt perché in fondo è così: «Un ragazzo semplice, un uomo di campo».
De Rossi e gli altri Non vedeva l’ora di conoscere De Rossi, il centrocampista olandese grande amico di van Bommel («ho preso la maglia numero 6 anche perché ce l’aveva lui», ha spiegato ai tifosi che lo intervistavano sul social network) e ieri finalmente gli ha stretto la mano: «È un onore per me giocare con chi ha sempre indossato questa maglia ed è un campione del mondo — ha raccontato Strootman —. Spero che possa restare con noi». Un centrocampo con lo stesso De Rossi e Pjanic sembra uno dei migliori della Serie A, campionato che l’ex Psv ha scelto perché «ci sono tante squadre forti e sarà una sfida impegnativa». L’acquisto più costoso della Roma made in Usa sa che la gente si aspetta tantissimo da lui: «Ogni giocatore vorrebbe ricevere un’accoglienza come quella che ho trovato io. Spero che i tifosi possano essere ancora così tra un paio d’anni».
Golf e basket Appassionato di Nba, tennis e golf, Strootman regala pochi titoli nelle interviste, più facile che faccia la differenza in campo: «Mi piace dare sempre il 100% per i miei compagni». Non brilla per originalità, ma nel suo caso — basta leggere le dichiarazioni dei giocatori del Psv — pare che sia vero.
Stekelenburg chi? A proposito di poca originalità, impossibile non parlare del derby: «L’ho guardato solo in tv ed è la rivalità più sentita in Europa. Conta veramente tanto per la squadra». Vero, soprattutto dopo il 26 maggio. Quel giorno Strootman era a migliaia di km da Roma, nei suoi pensieri solo l’Europeo Under 21 e un possibile futuro in Premier. Sembrava dovesse andare in Inghilterra, poi il pressing della Roma è diventato concreto e le carte in tavola sono cambiate. Non ci ha messo molto a dire sì a Sabatini, convinto anche da Garcia che gli ha detto: «Sarai il mio punto fermo». Kevin ha capito e ha accettato. Così come ha accettato subito un’altra richiesta del tecnico: «Devi imparare presto l’italiano. Tutti, me compreso, dobbiamo capirlo e parlarlo». Anche in questo caso Kevin ha capito e accettato. E già si è messo sotto. Come sembrano lontani i tempi in cui Stekelenburg diceva a malapena «ciao»…