(A.Pugliese) Prove tecniche, a caccia del regista. La sfida con il Bursaspor a Rudi Garcia è servita soprattutto a questo, a cercare di capire chi sarà l’orologio della sua Roma. Nella prima uscita ci aveva provato Pjanic (riproposto ieri nella ripresa, quando si è passati dal 4-3-3 al 4-2-3-1), ieri il ruolo è toccato a Jedvaj che, arrivato da sostituto di Marquinhos, ha giocato la sua prima da titolare con la Roma da centrocampista. Con risultati, va detto, non eccezionali: «Non era facile giocare lì per Tin, lui è un giocatore più difensivo. Ma è stato comunque un tentativo interessante, non volendo rischiare Strootman e non avendo a disposizione De Rossi». Già, perché ieri a fine gara Garcia ha svelato chiaramente come la pensa sulla questione, aspettando l’olandese (ieri in panchina) e l’azzurro. «Quella è una posizione dove bisogna essere molto bravi difensivamente e tecnicamente, per far girare la palla. De Rossi sa fare tutte e due le cose. La sua posizione dipenderà un po’ dal sistema di gioco, in un 4-3-3 Daniele è perfetto come centrale, mentre in un modulo con due mediani può giocare tranquillamente in uno dei due posti. Lui è un centrocampista polivalente, non c’è nessun problema». Può essere lui il regista ideale? «Assolutamente sì».
CIRCOLAZIONE DI PALLA In attesa di De Rossi, dunque, ecco sgombrato il campo dal primo equivoco. Il secondo di ieri, invece, è stato il «cambio volante» di Leandro Castan, uscito dopo 32 minuti del primo tempo e rientrato al 18’ della ripresa, quasi come fosse una partita di calcio a 5. «Avevamo Romagnoli infortunato e abbiamo deciso di far fare 60 minuti a tutti i centrali. Benatia, poi, era a corto di preparazione: è in ritardo rispetto ai compagni, ma abbiamo già potuto apprezzare le sue qualità nell’anticipo ed in fase di rilancio. Problemi di circolazione con Castan? È vero, quello che chiedo ai giocatori è di far circolare la palla veloce, più veloce di quanto fatto con il Bursaspor». Già, ed infatti in più di un’occasione si è visto Garcia nella prima mezzora girarsi verso i suoi collaboratori e commentare così i movimenti e le giocate di Castan. «Non mi segue».
TEAM BUILDING Castan capirà strada facendo cosa gli chiede Garcia e cosa vuole da lui e dagli altri centrali. E il tecnico sa come rendere ogni volta le pillole meno amare, tanto che poi, quando il brasiliano è rientrato in campo, Garcia l’ha voluto premiare con la fascia di capitano. È team building anche questo, psicologia applicata al calcio. «Per me è stato un orgoglio ricevere la fascia di capitano da Francesco — dice Castan —. L’importante è che lavoriamo bene. Dobbiamo iniziare bene la stagione». Già, e quella fascia lì gli avrà fatto mettere anche da parte l’amarezza per quel cambio quasi immediato. «Sulle gerarchie deciderà il mister, qui c’è bisogno di tutti insieme. Adesso abbiamo solo bisogno di provare in campo il più possibile. Sulla carta i nomi sono forti, ma dobbiamo lavorare bene».
PROGRAMMA La Roma è ripartita subito dopo l’amichevole con il Bursaspor e tornerà ad allenarsi mercoledì a Trigoria dopo due giorni di riposo: domenica la partenza per gli States, due giorni prima il test a Salonicco con l’Aris. Altra sessione di prove.