(N. Cecere) – Della serie volte ritornano, riecco spuntare le sagome di Julio Cesar e Maicon nel nostro torneo. Campioni amatissimi dai tifosi interisti, pilastri della formidabile compagine mouriniana capace di vincere tutto nell’anno di grazia 2010, se n’erano andati in Inghilterra a spendere gli anni maturi della carriera. Ma evidentemente il fascino dell’Italia, stavolta del Sud, è irresistibile. E quindi hanno rifatto armi e bagagli per oltrepassare la Manica in senso inverso.
STAGIONE NO Julio, il portiere, approda a Napoli; Maicon, lo stantuffo, vede il Colosseo tinto di giallorosso. Operazioni in fase di rifinitura, date per praticamente concluse dagli addetti ai lavori, raccontano le ultime cronache di mercato. Ma si tratta di buoni affari? Il riferimento non è al quantum, bensì al rendimento che i due veterani possono ancora garantire alal luce dell’ultima stagione che non li ha visti fra i protagonisti con QPR e Manchester City. Anzi, Maicon ha racimolato pochissime presenze, a causa principalmente di un lungo infortunio mentre Julio Cesar ha dovuto raccogliere troppi palloni in fondo al sacco, 37 in 24 gare. Non per colpa sua, non nella stragrande maggioranza dei casi: la squadra è retrocessa…
GRAZIE BRASIL Avversità che a 34 anni (li compie a settembre) gli avrebbe potuto stroncare la brillante carriera non ci fosse stata subito la Confederations cup a rilanciarlo prepotentemente come uno dei più affidabili portieri in circolazione su scala mondiale.Rigori parati, un senso di sicurezza trasmesso a compagni e avversari, poche esitazioni, riflessi sempre pronti: no, Julio Cesar non è ancora entrato sul viale del tramonto. Ha avuto i suoi acciacchi, ha vissuto una flessione, ora però sembra tutto superato. Il Napoli prende lo specialista che a giugno difenderà la porta del Brasile nel mondiale che i brasiliani non «possono» proprio perdere e quindi si mette in casa un giocatore già carico di gloria (5 scudetti, 3 coppe Italia, 4 supercoppe italiane, la Champions e il mondiale per club) ma comunque motivatissimo per arrivare lanciato all’appuntamento dei sogni. Sapendo di dover competere a distanza con Jefferson, il suo vice, che gioca in casa, nel Botafogo e magari Diergo Alves del Valencia. Non ancora con Rafael, una promessa, a cui dovrà fare da balia.
INTERROGATIVI Diverso il discorso relativo a Maicon, che ha racimolato nove presenze col City: oggi Sisenando è un punto interrogativo. A 32 anni (li festeggia fra pochi giorni) deve ritrovare la completa efficienza atletica, senza la quale il suo motore non può raggiungere quella spinta che ha infiammato per anni San Siro. Non che sia scarso con i piedi, Maicon, anzi tecnicamente è ben dotato. Però lui è stato considerato a lungo il miglior terzino di spinta al mondo in virtù della capacità di piazzare a ogni partita dieci discese travolgenti. Sia Mancini che Mourinho ne hanno fatto l’elemento cui ricorrere per impostare la manovra e far saltare la difesa avversaria. Ma questo andirivieni incessante logora qualsiasi fisico. Vedremo quanto se la Roma ci punterà, di sicuro lui punta a rientrare in nazionale per il mondiale 201 4.