(F. Oddi) – Un anno fa, di questi tempi, i ’98 della Roma avevano vinto il titolo regionale, ma a Trigoria sapevano che non era un test probante: la squadra non era completa, e senza rimediare sul mercato qualche titolare non avrebbe retto il confronto con le grandi del Nord. E Bruno Conti si è messo al lavoro: portiere e centravanti dalla Fiorentina, regista dal Lecce, altro centravanti dal Palermo, tre dalla Lazio, altri da club minori. Un anno dopo quella Roma è arrivata a undici metri dallo scudetto Giovanissimi, perso in finale a oltranza contro l’Inter, ma si ritrova con una squadra con parecchi elementi su cui lavorare, con il potenziale per arrivare al professionismo.
BOMBER E TALENTI Davanti i gol non sono mai mancati: in area ci pensa Tumminello, uno che sa farsi rispettare con testa, sinistro e gomiti a segno anche in finale, fuori Di Nolfo, magnifico contropiedista, una freccia con la palla incollata al piede. Nella prima parte di stagione si è fatto sentire anche Iacuzio, centravanti atipico, rapido e basso alla Montella, qualche metro dietro un altro brevilineo, Bordin, numero 10: Coppitelli lo schiera all’ala o dietro le punte, lui vorrebbe fare il Pizarro, e prima o poi potrebbe riuscirci. Per ora davanti alla difesa gioca Grossi: alto, ruvido, robusto, efficacissimo, la rivelazione degli ultimi mesi, che (con Spinozzi, altro mediano di rendimento sicuro) ha tolto spazio a D’Alena, regista di qualità, e all’azzurrino Argomenti, che tra centrocampo e attacco gioca ovunque. Solidissima la coppia di difensori centrali a protezione di Crisanto, portiere robusto e scattante (ma non altissimo): capitan Marchizza è un armadio con un sinistro potente e preciso, Ciavattini uno dei difensori più tecnici d’Italia. Poi c’è qualche talento da rilanciare, come Nardi e Nannini, e i due ’99, bomber Scamacca e l’interno Marcucci: sono i più giovani e forse già i più bravi.