(C.Zucchelli) Quindici luglio 2012, Riscone, Zdenek Zeman:«Lamela è bravo, ma un attaccante non può giocare spalle alla porta». Un anno, due giorni e quindici gol dopo, sempre a Riscone, Rudi Garcia dice: «Nel mio gioco serve un centravanti che dia profondità e sia tecnico e veloce. Come Lamela». Come cambia la vita in un anno, soprattutto se quest’anno lo hai vissuto imparando ad essere cattivo sotto porta, segnando come mai fatto in carriera. Erik Lamela, quando a Riscone c’era il boemo, era il migliore nei massacranti test atletici ma dal punto di vista tattico veniva bacchettato. Adesso che invece c’è Garcia, Lamela sembra essere il suo attaccante ideale. Con buona pace di Osvaldo e Borriello (prossimi all’addio), ma anche di Destro, alle prese coi suoi tormenti al ginocchio, e anche di Totti che, come al solito sarà il faro della squadra, ma verrà schierato o esterno o trequartista.
CURIOSO Lamela, quello che quando aveva 18 anni in Argentina diceva che «è meglio fare assist ai compagni piuttosto che segnare» ha scoperto che a fare gol ci si diverte. Testa o piede (sinistro), colpi ad effetto o reti di rapina, Lamela ha nel Dna tutte le categorie possibili e Garcia questo, dopo aver studiato anche alcune partite della scorsa stagione, lo sa bene. Lo prova sempre in allenamento come terminale avanzato del 4-2-3-1 e oggi, nella seconda amichevole stagione, potrebbe schierarlo così. Lamela, alle prese con il terzo ruolo della carriera (dopo esterno e trequartista), ascolta le indicazioni e ha confidato di essere «curioso» di cimentarsi in qualcosa che mai aveva fatto prima. Garcia sogna di ripetere con Lamela il percorso fatto con Hazard che con lui ha scoperto una vena realizzativa incredibile. In cinque stagioni la sua è stata una scalata incredibile: 0 gol il primo anno, poi 6, 10, 12 e 23. Lamela ha caratteristiche diverse rispetto a lui, ma la velocità, la tecnica e la capacità di giocare palla al piede sono le stesse.
MALUMORE Dalla curiosità di Lamela, al malumore di Borriello e Osvaldo. Per quanto siano perfettamente integrati coi compagni e per quanto il loro atteggiamento sia stato sempre professionale, entrambi sanno di avere il destino segnato. Borriello aspetta il Genoa (il d.s. Delli Carri ha di nuovo aperto a uno scambio con Gilardino), Osvaldo un’offerta di suo gradimento. Coi compagni ride e scherza, col resto della società il rapporto ai minimi storici, soprattutto con Sabatini, col quale ormai parla solo attraverso il procuratore. Ieri a Riscone sono tornati i tifosi che lo contestano, per lui qualche coro e uno striscione: «A Trigoria abbassi la testa, dietro la rete alzi la cresta. Osvaldo codardo». Impossibile ricucire il rapporto, la Roma perderà il suo bomber. Ma non è detto che, grazie a Garcia, non scopra di averne un altro già in casa.