(A. Pugliese) – Stavolta non ci saranno Minnie e Topolino, anche se la prima tappa sarà Kansas City, proprio dove ha passato la sua infanzia un certo Walt Disney. Ma stavolta la Roma sbarca in America per provare a sentirsi davvero grande, in un momento in cui per sentirsi grande sta rivoluzionando tutti i dogmi degli ultimi due anni.
Sfida a Di Vaio E stavolta si partirà da una sfida di prestigio per l’America del «soccer» come quella di mercoledì sera contro l’All Stars della Mls (con stelle del calibro di Henry, Keane, Cahill e il nostro Di Vaio), per chiudere con il gran galà, quello del 10 agosto niente meno che contro il Chelsea di Mourinho, a Washington. In mezzo gli allenamenti ad Harvard, la gara con il Toronto, la visita alle cascate del Niagara ed alla Casa Bianca, ma anche tre spine che la Roma si porta dietro da un po’ e che sanguinano più o meno lentamente: la cessione di Osvaldo, quella in bilico di De Rossi e il rinnovo del contratto di Totti. La terza volta della Roma negli Usa nell’arco di un anno nasce così, tra aspettative e molte ansie.
Dani e la valigia Incerto fino all’ultimo, alla fine sul charter che è sbarcato questa mattina a Kansas City c’era anche Osvaldo, l’attaccante con la valigia in mano. Osvaldo, infatti, continua ad essere al centro del mercato della Roma e molte delle strategie giallorosse sono legate alla sua possibile cessione, nonostante l’inizio della preparazione per Destro non è ipotizzabile prima della metà del mese di agosto. Garcia ha già fatto sapere come la pensa (e cioè si terrebbe Daniel molto volentieri), ma se il direttore sportivo Walter Sabatini riuscirà a chiudere con una sistemazione di gradimento all’italoargentino, facile che Dani neanche concluda la tournée. E se il Liverpool dovesse cedere Suarez all’Arsenal, i giochi sarebbero molto più semplici, anche se in questo momento c’è pure il Fulham che preme
Totti in attesa In molti hanno pensato che queste due settimane americane sarebbero state l’attimo giusto per l’atteso rinnovo del contratto di Francesco Totti. La Roma, infatti, dal primo al 5 agosto farà base a Boston, a casa di Pallotta: quale migliore occasione per una firma scenografica e molto americana? Ed invece no, bisognerà aspettare ancora ed ogni giorno che passa, aumenta dubbi e incognite. La Roma assicura che è tutto sotto controllo, il contratto si farà. Francesco resta in attesa e oggi parlerà con Garcia nella conferenza stampa di presentazione della partita di mercoledì. «Se l’All Star lo scorso anno ha battuto il Chelsea, vuol dire che hanno molta qualità in mezzo al campo – ha detto il capitano giallorosso al sito della Mls – Quella vittoria parla da sola, scommetto che sarà una bella sfida, dove vincerà lo spettacolo». Sperando che il suo sia ancora in giallorosso. E almeno per due anni.
Ddr in bilico E poi c’è la questione che riguarda De Rossi, l’uomo da 6 milioni e mezzo a stagione, lo stipendio che pesa come zavorra sui conti di Trigoria. Daniele si è aggregato al gruppo dopo il ritiro di Riscone e Garcia ora potrà studiarlo da vicino, anche se il francese anche qui ha già espresso il suo parere a riguardo: «È perfetto per fare il regista nel 4-3-3». La cessione di De Rossi oggi sembra meno sicura di 15 giorni fa e l’America, da questo punto di vista, potrebbe essere decisiva per risolvere il caso. Male che vada, sarà una spina meno dolorosa delle altre, visti i 6,5 milioniche ballano sui tavoli di Trigoria…