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GAZZETTA DELLO SPORT Under 20, Spagna favorita anche al Mondialino. E come brilla la A

Nico Lopez

(G. Di Feo) – Mondiali Under 20 sono mari pescosi e pericolosi. Ci esplodono i Messi e gli Iniesta, ma anche i Caio (sì, quello del Napoli) e gli Adiyiah, che il Milan corse a prendere nel 2009 dopo avergli visto dominare col Ghana l’edizione di quell’anno e poi ripose nel dimenticatoio (oggi è all’Arsenal, ma quello di Kiev). Il calcio dei giovani è strano, vedi crescere l’uva e poi magari non viene bene il vino, però spesso non è colpa dei ragazzi. E quest’anno in Turchia di materiale su cui scommettere ce n’è tanto. Domani si comincia con gli ottavi di finale: qualche stella affermata, altre attese e altre meno, e una dozzina di «italiani» che promettono.

Francia o Spagna… Pure qua tutti aspettavano le Furie Rosse: accontentati, tre vittorie su tre nel girone. Le stelle sono Suso, esterno destro che Rafa Benitez strappò alle big iberiche a 16 anni portandolo al Liverpool, dove quest’anno ha giocato abbastanza, e un duo di fantasisti che a breve potrebbero trovarsi contro: Deulofeu, biondo del Barça col tiquitaka nel dna che è già di suo imprendibile e sta mettendo su pure un bel fisichino, e Jesé del Real Madrid, meno imprevedibile ma letale e versatile (termine di paragone: Mata). Proprio Jesé ha messo sotto la Francia con un gol e un assist, ma potrebbe esserci la rivincita perché i Bleus hanno tutto per arrivare in fondo, muscoli in primis. In mezzo troneggiano Pogba e Kondogbia, illegali a questo livello: sul secondo ci sono tutte le big d’Europa (Real, Monaco, pure l’Inter), ma il Siviglia per meno di 20 milioni non ci sente. Poi ci sono Digne, freccia mancina già del Monaco, una belva come Areola in porta, e soprattutto Yaya Sanogo davanti: 1.92 con la mobilità e gli artigli di un gatto, ci ha messo su le mani l’Arsenal. Sorprese dall’Asia: l’Uzbekistan si gioca un posto ai Mondiali con la nazionale senior e i suoi ragazzi hanno guadagnato con le unghie gli ottavi, ben più pericoloso l’Iraq del ct Shakir (che ha rinunciato alla nazionale A per questa) che ha in AbdulRaheem un serpente d’attacco capace di tutto. E occhio all’Uruguay, buono in mezzo e con un trio di punte (Nico Lopez, Rolan e Bueno) da paura, e alla Colombia. Qui la ricetta è più facile: dietro fa buona guardia il neomilanista Vergara, inventa Quintero e la butta dentro Cordoba, armadio coi bicipiti da buttafuori che prosegue la stirpe dei grandi centravanti cafeteros.

Italia e mercato Molti nomi erano già noti, ma il Mondiale cambia le quotazioni. Quintero, per esempio: prima di partire il Genoa aveva trovato l’accordo col Pescara, 4 milioni per la metà, ora l’ha prenotato il Porto con 10 e se continua così non è detto che il prezzo non salga visto che non firmaprima della fine del torneo. Altri italiani? Nel Ghana ci sono Boakye, che la Juve dovrebbe lasciare ancora al Sassuolo, e Duncan: il mancino dell’Inter lo vogliono in tanti (ultimo interesse quello del Sunderland), ma Mazzarri vorrebbe vederlo in ritiro prima di decidere. Discorso simile, vanno valutati, per Laxalt (Uruguay), che l’Inter prese a gennaio, e per Perea (Colombia), che può essere il jolly dell’attacco di Petkovic. Bravo Livaja con la Croazia, anche se sta brillando di più il compagno Rebic, centravanti cattivo. Altri nomi da taccuino: Ozturk (Turchia) è un aratro da fascia destra che il Parma voleva ma poi ha firmato allo Standard Liegi; gran personalità per il centrale messicano Briseno; Ajagun (Nigeria) è un piccoletto magico che in patria paragonano al mito Okocha; l’egiziano Gomaa costruisce bene in mediana ed è nel mirino del Manchester United; Nico Castillo del Cile se lo chiamano El Zlatan (anche se c’entra poco per caratteristiche) e costa 5 milioni un motivo ci sarà. E poi il capocannoniere, per ora: Armindo Tué Na Bangna, detto Bruma, portoghese. Il paragone speso in patria? Due lettere e un numero, CR7. Mica male…

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