“Quando scelgo la formazione da mandare in campo, non guardo la carta di identità dei giocatori ma quanto mi dimostrano in allenamento”. Il pensiero di Luis Enrique nei primi mesi della sua avventura giallorossa ricalcava fedelmente la linea dettata dalla neonata proprietà americana che aveva impostato la prima campagna acquisti rivoluzionando una rosa dall’età media alta, inserendo giovani che fossero talentuosi e sfrontati. Un progetto che non ha pagato, costellato da un’infinità di errori, sportivi e non solo. Dopo due anni e due stagioni una più deludente dell’altra, di quella squadra sono rimasti davvero pochi interpreti e, soprattutto, tre soli acquisti: Lamela, Pjanic e Osvaldo. Zeman poi doveva plasmare le capacità di un’altra infornata di giovani ma, da Tachtisidis a Goicoechea passando per Piris, i nuovi innesti hanno fallito uno dopo l’altro.
La prima Roma scelta da Rudi Garcia ha dovuto, e dovrà, fare a meno di Marquinhos, l’unica nota lieta, insieme a sprazzi di Lamela e alla classe sconfinata di Francesco Totti, di una stagione da dimenticare al più presto. Il difensore classe ’94 si è trasferito al Paris Saint Germain per 35 milioni, una cifra francamente irrifiutabile. La perdita di Marquinhos però è un segnale chiaro da parte della dirigenza: nessuno è incedibile per certe cifre, soprattutto i giovani di talento. E così il primo undici di Garcia è stato il seguente: Lobont (classe ’78) tra i pali, Torosidis (’85), Burdisso (’81), Castan (’86) e Balzaretti (’81) in difesa, Florenzi (’91), Pjanic (’90) e Bradley (’87) a centrocampo con Lamela (’92), Borriello (’82) e Totti (’76) trio d’attacco. Una squadra dall’età media di 28,5 anni. Uno smacco al progetto di giovani tanto sbandierato fino alla promozione di Andreazzoli lo scorso febbraio.
Un cambio di rotta totale? Quasi, almeno per quanto riguarda la squadra titolare: le ultime trattative hanno portato o stanno per portare alla corte di Garcia giocatori molto esperti: sulla destra si spera nella rinascita di Maicon, 32 anni tra poco più di una settimana, mentre in porta dovrà garantire sicurezza Morgan De Sanctis, nato il 6 marzo del 1977. L’innalzamento dell’età media verrà mitigato dall’inserimento di Benatia (’87, in ritardo di condizione), presumibilmente al posto di Burdisso, e da quello di Strootman (’90). La nuova impennata arriverà però con la maglia da titolare (sicura?) per Daniele De Rossi, che il prossimo 24 luglio compierà 30 anni. Chi gli lascerà il posto? Pjanic o Florenzi? O Garcia sceglierà la coppia DDR-Strootman in un 4-2-3-1?
Tanti interrogativi a cui dovrà rispondere sul campo Rudi Garcia, che nel secondo tempo dell’amichevole contro la Selezione locale ha schierato anche Julio Sergio (35 anni) e Taddei (34), senza concedere neanche un minuto ai giovani Skorupski e Matteo Ricci. La linea difensiva scelta però è stata tra le più giovani mai viste: con i suoi 22 anni, Crescenzi era il più esperto di un reparto composto centralmente dagli appena maggiorenni Jedvaj e Romagnoli, con Dodò (21) sull’out sinistro. Marquinho e Taddei erano affiancati da Verre (classe ’94), pronto ad inserirsi in area dove Osvaldo ha fatto da chioccia a Tallo (’92) e Caprari (’93). Dai 28,5 anni del primo tempo, l’età media è crollata a 23,8 anni, una discesa superiore ai quattro anni e mezzo.
Undici titolari di forza, esperienza ed efficacia in entrambe le fasi di gioco, coperta da tanti giovani di qualità e talento. Gli errori fatti nei primi due anni affidandosi alla sfrontatezza dei giovani forse sono stati elaborati, capiti e metabolizzati. Forse, perché il verdetto spetterà sempre al campo e la Roma non può fallire per il terzo anno consecutivo.
Dall’inviato a Riscone Daniele Luciani