Ad un passo dall’addio prima del ritorno. Il rapporto tra Pablo Daniel Osvaldo e la Roma sembra diventare più che mai un romanzo thriller fatto di colpi di scena in successione come nella più consumata delle tradizioni. Pochi giorni fa l’attaccante italo-argentino era stato messo alla porta dalla dirigenza giallorossa, un po per la felicità dei tifosi, un po’ per il bisogno di incassare denaro cash da poter poi reinvestire. Oggi invece, nonostante i pesanti cori e gli striscioni da parte dei tifosi che lo hanno accompagnato per tutto il ritiro, la porta alle spalle di Osvaldo sembra essere ancora aperta.
A permetterlo, è stato proprio il nuovo tecnico giallorosso, Rudi Garcia, che contro tutto e tutti, nella conferenza stampa programmata al termine dell’amichevole con i turchi del Bursaspor, ha dichiarato:
“Osvaldo è un grandissimo attaccante, non ce ne sono molti come lui. Lui ha carattere e talento, io preferisco questi giocatori. Il suo carattere a volte gli gioca qualche brutto scherzo, ci sono cose che non deve mai fare. Effettivamente per me ha sbagliato, anche se è dura quando si ricevono insulti. La Roma sarà più forte con Osvaldo”.
Bloccato Osvaldo, bloccato (forse) il calciomercato giallorosso. Eh si, perché oltre a Marquinhos, i cui soldi sono già stati spesi per gli affari Benatia, Strootman e Jedvaj, l’unico giocatore nella rosa della Roma ad aver mercato era proprio l’italo-argentino.
Ora la situazione rischia di diventare esplosiva: il rapporto con la tifoseria è ormai andato in frantumi e difficilmente si ricomporrà. I segnali sono chiari: la Roma giallorossa non lo vuole più. Troppi errori gli sono stati perdonati e per questo ora ne chiedono una cessione che a questo punto difficilmente si realizzerà. Ma quanto potrà andare avanti tutto questo? La società avrà la fermezza e la determinazione di imporre il suo volere? Rudi Garcia avrà le spalle abbastanza larghe da sopportare le pressioni della piazza e della dirigenza?
Tutto per ora è un rebus, bisognerà aspettare l’esito di un probabile incontro tra tecnico è società, nella speranza che i già complicati rapporti con l’ambiente non si consumino ancor di più. A quel punto, da romanzo thriller si trasformerebbe in un film horror di scarsa qualità che una piazza come quella di Roma certamente non merita più.
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A cura di Flavio Festuccia