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IL MESSAGGERO Polveriera Roma

Striscione

(B. Saccani) – Da Trigoria all’Alto Adige, la storia non cambia. Roma contestata. La prima giornata di lavoro a Riscone si è consumata in maniera elettrica, ad alta tensione. Con insulti, cori e striscioni contro la squadra, contro Osvaldo in particolare, e con Rudi Garcia che in conferenza-stampa ha etichettato i contestatori come tifosi della Lazio.

IL GESTACCIO DI DANI

Al mattino circa 200 tifosi in tribuna che hanno esposto un lungo striscione con la scritta “In vacanza di corsa senza chiedere scusa, per voi il rispetto è una cosa sconosciuta… Indegni”. Il più bersagliato è stato Daniel Osvaldo. «Sei una m….», «Ti sei messo a piangere prima di Roma-Juve» (prima della partita c’era stato un incontro tra alcuni calciatori e un gruppo di tifosi), «Togliti la maglia» e via di questo passo. L’italo-argentino ha risposto mostrando il dito medio, facendo ancor più arrabbiare i contestatori. Insulti anche per Pjanic («Sei contento che ha segnato il tuo amico Lulic?»), ricordando il derby del 26 maggio, e Balzaretti («Vattene a Parigi») che ha voluto incontrare i tifosi. Quando il gruppo giallorosso si è spostato su un altro campo di allenamento, la situazione è degenerata visto che Osvaldo, uscendo dal campo ha reagito dicendo ai contestatori: «Vi prendo uno per uno, quando vi pare», le sue parole. Si è sfiorata la rissa. Alcuni tifosi hanno così chiesto un confronto con i dirigenti (presenti il ceo Zanzi e il consigliere Baldissoni), ai quali hanno esposto le loro motivazioni. L’accusa è quella di scarso impegno e scarso attaccamento alla maglia e, soprattutto, la sconfitta del 26 maggio.

IL CONFRONTO DI RUDI

Al termine dell’allenamento, Garcia si è presentato in conferenza-stampa. «Se mi aspettavo un’accoglienza del genere? Quelli che criticano il club e i giocatori non possono essere tifosi della Roma. Quando ami la tua squadra cerchi di incoraggiarla, al massimo sono tifosi della Lazio», le parole del francese. Che non sono state assolutamente accolte bene dai tifosi in ascolto, e così sono ripartite le accuse con bersaglio stavolta proprio il francese («Tua sorella è della Lazio»), che ha voluto un immediato confronto diretto con i contestatori. Poi, sempre Rudi su Osvaldo. «Abbiamo molti milioni di tifosi nel mondo che ci lasciano lavorare tranquilli. I giocatori hanno bisogno di fiducia, di lavorare seriamente, di avere qui i nostri veri tifosi. Capisco che non siano contenti per i risultati, soprattutto per l’anno scorso, ma questo non deve impedire di avere rispetto per il club. Che ci lascino lavorare con fiducia e che ci diano serenità, giudicandoci per il lavoro che svolgeremo». Lo stesso Garcia, più tardi, cioè all’inaugurazione del Cuore, Sole Village, ha precisato. «In conferenza stampa ho fatto riferimento alla frase storica ”la Roma non si discute, si ama“. Anche io non sono contento dell’ultima stagione, ma adesso è il momento di pensare al nuovo progetto, con un nuovo allenatore, e c’è bisogno che i tifosi siano con noi. Io difenderò sempre i miei giocatori».

GLI STRISCIONI

Prima dell’inizio dell’allenamento del pomeriggio (Osvaldo al chiuso in palestra per un dolore alla caviglia ma in realtà è stato tenuto lontano dal campo e dalla contestazione, continuata pesantemente nei suoi confronti), in una tribuna sempre più affollata sono apparsi altri messaggi alla squadra. Uno, affettuosissimo, dedicato al capitano Francesco Totti, ”20 anni de core, Francé nun ce lascià“, e un altro rivolto alla proprietà, ”Storia, passione e tradizione. Per noi è la Roma, per voi business” e ”Ridatece la Roma”. Il ceo Italo Zanzi, prima della doppia contestazione, aveva cercato di mostrare la massima tranquillità. «Che ambiente ho trovato? Ottimo, molto buono per i giocatori e per il tecnico. Un ambiente accogliente è importante per lavorare». Dopo la contestazione il silenzio, però.

LA SICUREZZA

Il Questore di Bolzano Lucio Carluccio si è presentato ieri mattina a Riscone per verificare la situazione: Carluccio, dopo aver incontrato lo staff della Roma, ha ordinato di rafforzare il servizio d’ordine.
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