(S.Carina) – La strana sensazione di sentirsi un portiere svincolato è durata poco più di una decina di ore. Nel pomeriggio di ieri Bogdan Lobont ha rinnovato il suo contratto con la Roma sino al 2016. Tre anni per il romeno che ha visto così premiata la sua fedeltà alla causa giallorossa. Intesa che tra le parti era già stata raggiunta da settimane e che andava solamente formalizzata. La curiosità vuole che Lobont aveva praticamente firmato un contratto in bianco lasciando che sulla durata fosse la società a decidere. Il club lo ha ripagato con un triennale da 450mila euro a stagione che garantiranno la permanenza dell’ex Ajax a Trigoria sino alla soglia dei 39 anni (è nato nel gennaio del ‘78). Per rimanere nella capitale, il portiere ha rifiutato diverse possibilità: Sampdoria, Bologna e Torino in Italia, Besiktas gli ha recapitato un’offerta di un accordo biennale da 850mila euro a stagione ma la parola l’aveva data da tempo alla Roma.
OFFERTI 2 MILIONI – Con il rinnovo del romeno e il rientro alla base di Curci – «Spero sia l’opportunità giusta» – non si ferma la ricerca del portiere titolare. Nei giorni scorsi offerti sia il numero uno del Fortuna Dussendorf, Rensing, che lo spagnolo Moya del Getafe. Entrambi però non convincono. Eppur qualcosa si muove. Braulio Vazquez, d.s. del Valencia, ha lasciato intendere come il matrimonio del club con Diego Alves sia agli sgoccioli: «Vogliamo che Guaita (l’altro portiere in rosa, ndc) continui con noi. La Roma su Alves? Può darsi…». Un’ammissione sibillina avvalorata dai fatti. Nelle ultime ore Sabatini ha fatto recapitare da un intermediario di fiducia un’offerta di 2 milioni per il brasiliano (con passaporto italiano). Proposta che è stata formulata con il chiaro intento di abbassare ulteriormente la valutazione della società spagnola che però è già scesa da 8 a 6 milioni. Restano in ballo, comunque, Rafael e Viviano. Sul fronte societario, invece, sono emersi dei rumors riguardanti un possibile ingresso in società di un nuovo socio degli americani. Il contatto risale ai primi mesi del 2013: un imprenditore tedesco ha avvicinato Unicredit proponendosi come intermediario per conto di un soggetto giuridico russo con interessi in ambito sportivo. Approccio che ha portato a un nulla di fatto.