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IL MESSAGGERO Rudi, la sorpresa che arriva da Riscone

Garcia

(A.Angeloni) – Ciò che ancora non si può giudicare di Rudi Garcia è l’efficacia del suo calcio. Troppo presto, troppo pochi i giorni di lavoro avuti a disposizione: le gambe non reggono e la squadra non è al completo, il 4-3-3 o il 4-2-3-1 sono inevitabilmente in divenire. Ciò che invece può essere giudicato sono i suoi sistemi di lavoro, il suo rapporto con i giocatori, le sue parole pubbliche, la personalità mostrata. E sotto questo aspetto il tecnico andaluso-francese ha superato l’esame di Riscone. Chiaro, essenziale, risoluto. Comunica molto con i calciatori. Quando gli parli, ti risponde guardandoti negli occhi. Pretende chiarezza nelle domande, per sforzarsi di capire subito. Finché può, risponde in italiano, altrimenti conclude in francese.

L’AZIENDALISMO È ALTROVE
Nella conferenza stampa del dopo Roma-Bursaspor, Rudi ha dimostrato di non aver paura delle proprie idee. Limpido, fin troppo diretto. «Con Osvaldo, la Roma è più forte»; «De Rossi è centrale ideale del 4-3-3». Ha un po’ ricordato Spalletti quando al suo arrivo fece capire a chiare note che il brasiliano Mancini non doveva essere ceduto. «Uno così qui a Roma non l’avete mai visto», così Lucio placò i desideri della società, all’epoca gestita dai Sensi, di fare cassa con la cessione di Mancini e con una resistenza attiva riuscì a ritardare pure la partenza di Chivu, che poi fu inevitabile qualche anno dopo. Garcia prende di petto le situazioni, in questo caso di mercato. Dopo aver dichiarato che i campioni che se ne vanno verranno sostituiti con altrettanti campioni, ora ha messo le cose in chiaro: quelli bravi servono ed è bene che restino. Un bell’osso duro, insomma. Ma Sabatini lo sapeva.

IL RAPPORTO CON I GIOCATORI 
Un uomo giusto. Che ama il dialogo, che è disposto ad ascoltare tutto e tutti. Garcia urla la sua rabbia nei confronti di Osvaldo il giorno in cui reagisce con il dito medio alle provocazioni di una parte del pubblico presente a Riscone, poi lo accarezza e lo coccola quando, a testa bassa, Dani continua ad allenarsi al solito ritmo di insulti. Rudi è uno che pretende la massima concentrazione in campo, educazione durante le riunioni e i pasti ma è capace di liberare il gruppo di tanto in tanto e lasciarlo andare a innocenti esagerazioni, come la cena di metà ritiro, durante la quale tutti hanno potuto godere di cibi che solitamente non sono proprio adatti ad un atleta. Semel in anno licet insanire, dicevano i latini, che tradotta letteralmente significa “una volta all’anno è lecito fare follie”. E lui in fondo lo spirito latino ce l’ha. Un latino che ha già capito come si vive a Roma. Non a caso, in molte occasioni, ama ripetere «forza la magica». Un bel paravento, si dice da queste parti.

L’INCIDENTE DI PERCORSO
«Chi contesta è della Lazio», è stata l’unica caduta di un percorso cominciato sotto la migliore stella. Ma anche lì, dopo l’errore, ha dimostrato di saper tenere testa alla gente che non aveva preso bene le sue parole e immediatamente lo ha contestato. Affrontare il pubblico non è da tutti. Non si dovrebbe fare, lo ha detto a Osvaldo. Ma nella vita c’è chi può e chi non può. Garcia può.

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