(Il Messaggero) – «Altro che hotel, suites, museo e parcheggio vip, il sondaggio della As Roma sul nuovo stadio a Tor di Valle strumentalizza la passione dei tifosi per una bella speculazione edilizia. Pochi giorni fa è arrivata la conferma che un costruttore è il perno dell’operazione, ma in assenza del progetto, delle cubature previste, del piano economico è impossibile valutare di cosa si stia parlando. Chiare sono invece le innumerevoli problematiche per l’area di Tor di Valle, che comprende aree agricole e vincolate non suscettibili di trasformazione urbanistica, se non con un’ importante modifica dell’attuale piano regolatore che dovrà passare al vaglio degli organi comunali, provinciali e regionali oltre che delle Sovrintendenze prima di essere approvato. Non si pub continuare a giocare con le passioni dei tifosi, realizzare stadi di proprietà delle società del pallone nella Capitale non ha alcun interesse pubblico, serve solo a provare a cambiare destinazione d’uso a terreni non edificabili raggranellando un bel mucchio di soldi». Lo dichiara in una nota Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio.
Legambiente ricorda la situazione di Tor di Valle – prosegue il comunicato – per come è negli strumenti urbanistici vigenti», facendo emergere tutta una serie di criticità che potrebbero addirittura bloccare il progetto. «La costruzione del nuovo stadio a Tor di Valle risulterebbe una nuova colata di cemento – spiega la consigliera regionale di Pl Cristiana Avenali – Basti pensare che le cubature per lo stadio della Roma sarebbero 47 volte superiori a quanto il Piano regolatore indica nella Tenuta di Tor di Valle. Un’ipotesi che, se confermata, oltre che essere inutile sarebbe dannosa per la città di Roma»