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IL MESSAGGERO Strootman sta studiando per trovare un posto fisso

Strootman

(M. Ferretti) – A Rudi, Kevin l’olandesel’altra sera a Salonicco non è dispiaciuto. Garcia ha promosso la prestazione/esordio di Strootman ed è facile ritenere che lo avrebbe fatto anche se la prova del fiore all’occhiello del mercato della Roma fosse stata un po’ balbettante. Strootman si è mosso da centrale in un centrocampo a tre, cioè in una posizione che non sfrutta al meglio le sue qualità tecniche. Kevin, se impiegato a tre, ha quasi sempre giocato da intermedio a sinistra, e quindi c’è da ritenere che la mossa dell’altra sera di Rudi sia stata soprattutto esplorativa. Come era accaduto, ad esempio, per Miralem Pjanic e Tin Jedvaj a Riscone di Brunico.

LA PERSONALITÀ – Al di là di tutto, Strootman in casa dell’Aris ha confermato di saper giocare al calcio e di farlo animato da una grande personalità. Sotto questo aspetto, non conta che sia sempre andato sul sicuro, che abbia giocato molto corto e poco lungo, che non si sia quasi mai avventurato in numeri ad alto coefficiente di rischio. Ha contato i passi, ha distribuito gioco e palloni senza strafare cercando più che altro di capire chi avesse intorno. In alcuni casi, ha duettato bene con questo o quel compagno ma Kevin ha bisogno di giocare ancora tanto con i nuovi compagni, ha bisogno di conoscerli, e di farsi conoscere, prima di meritare un giudizio completo. Sotto questo aspetto, c’è curiosità per capire come potrà integrarsi con uno come Daniele De Rossi, a patto che DDR resti alla Roma e che Garcia voglia impiegarlo da regista. Intanto, con Strootman in campo a Salonicco si è visto un Pjanic più intraprendente, e nessuno può dire a ragion sicura che si sia trattato solo di un caso. Il bosniaco spesso è salito in cabina di regia, cioè al posto dell’olandese, dimostrando di essere a suo agio. Entrare in una nuova squadra, in un nuovo calcio non è mai facile: Strootman all’esordio ha sbagliato poco, pur non rubando l’occhio. A Riscone, tra le altre cose, ha detto di voler imparare in fretta la nostra lingua per essere più facilitato nell’ambientamento. Siamo ancora ai primi passi, dunque, sia in campo che fuori e certamente le due settimane che trascorrerà negli States con i nuovi compagni gli serviranno per crescere a tutti i livelli. E in Usa avrà la possibilità anche di conoscere personalmente il presidente Jim Pallotta, atteso in ritiro già martedì a Kansas City.

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