(S.Orlando) Nuovo esorcismo dell’annata romanista. E’ uscito per ISBN il secondo volume di Kansas City 1927, che stasera sarà presentato alle 21.30 al Roma Fringe Festival (Parco del Teatro di Villa Mercede) dai suoi autori Diego “Zoro” Bianchi, Simone Conte e la gradita aggiunta Zerocalcare, in una serata di divertenti reading con ospiti di romanità varia (Valerio Aprea e Johnny Palomba).
L’organizzazione di fede ocra-pompeiana era nata su Facebook, per gioco e per dolore, come autoterapia di gruppo, al via della stagione targata Usa, con l’asturiano Luis Enrique e una sola missione: YellowRed Revoluciòn. Rivoluzione complicata, seguita dalla disgregazione del sogno zemaniano. Ma il calcio così raccontato, con commenti in romanesco, accorati e mai sobillatori, ha qualcosa di salvifico. C’è ironia e preparazione, amarezza e passione. E’ la cronaca della stagione, partita per partita, con nuovi soprannomi assegnati ai giocatori, piena di autocritica e con un fierezza di fondo: bastonati e sempre pronti a ripartire con un «Daje». I Kansas City sono arrivati ad alta quota.
Trentamila i loro adepti, e non si tratta solo di quelli le cui date importanti sono dettate dai risultati della squadra del cuore. Nel volume c’è la Roma, dalla Z di Zeman alla A di Anreazzoli, incluso il racconto dell’incontro il 18 dicembre con la vera squadra al completo (ha riso anche Zeman). Ma soprattutto ci sono i romanisti. Zerocalcare illustra benissimo il loro stato d’animo: «La Roma non è mai in vantaggio. Il vantaggio non esiste, è l’oppio dei popoli. Esiste l’ansia, un Grizzly che ti dorme appollaiato sulle spalle e non si sa mai quanto ancora dormirà».