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LA REPUBBLICA Caso Osvaldo, ultrà e telefoni spiati. L’era Garcia comincia sotto assedio

Striscione contro nuovo stemma fuori Trigoria

(M. Pinci) – Assediata più dai sette blindati delle forze del-1 ‘ordine schierati a protezione del centro di Trigoria che non dai cinquanta scalmanati arrivati per contestarla con cori feroci e striscioni improvvisati: così la Roma ha dato il benvenuto alla nuova stagione nel primo giorno romanista di Rudi Garcia. Dalla quieta provincia francese alla canicola—non so- lo climatica—della capitale: chissà cosa passa nella testa dell’allenatore, che dopo un addio indolore al Lille si trova catapultato nell’inferno romano.

Cui si aggiunge il giallo di una intercettazione ambientale illegale diffusa da un sito intemet, in cui il ds Sabatini parla con Fenucci del mercato della Roma alludendo a possibili cessioni di De Rossi e Marquinhos, e contro cui il club ha avviato azioni legali segnalando l’episodio alla polizia postale. All’inferno ha voluto sottrarsi — alzandone la temperatura già torrida — Daniel Osvaldo, unico assente al raduno del club e inutilmente atteso dalla Roma: mentre Toni ospitava nel feudo romanista Massimo D’Alema, in vista di cortesia al club, la fidanzata del bizzoso centravanti italo-argentino dichiarava irriverente su Twitter: «Restiamo a Chicago», aspettando magari una chiamata da Manchester (City), Londra (Chelsea) o Liverpool. Lui lontano, i compagni bersaglio davanti ai can- celi del centro sportivo degli insulti diuna cinquantina di contestatori, cui la delusione per la sconfitta nella finale di coppa Italia non è ancora andata giù.

«Avete infangato la Roma», lo slogan veicolato, per la verità, da una minoranza di ultrà mossi più che dalla convinzione da input sistematici di una corrente che trova sbocco in certe radio romane e con l’intento dichiarato —anche su alcune magliette diffuse tra i contestatori—di “mandare acasa” l’establishment romanista, dal presidente Pallotta, definito “prestanome”, al ds Sabatini. Tra i tifosi si registra invece un crescente disinteresse, gente disamorata e abbonamenti in calo, 17 mila contro i 23 mila di un anno fa, la testimonianza più fedele dell’atmosfera con cui riparte la stagione romanista.

E certo non è il mercato, sin qui, a soffiare sull’entusiasmo. Al raduno — caratterizzato da un lungo monologo tra italiano e francese di Garcia negli spogliatoi, in cui ricordava ai tifosi quanto sarebbe «unico e speciale vincere qui» — Benatia l’unico volto nuovo, oltre a quello dei collaboratori di Garcia. Le attese si dividono tra i nomi non proprio esaltanti del danese Erksen e dell’olandese Strootman (accordo con il Psvvicino a circa 17 milioni) e il timore di addii dolorosi ai gioielli perché, lo ha detto Pallotta, «non ci sono giocatori incedibili», e per muoversi in entrata a Trigoria serve prima salutare qualcuno, abbattere il monte ingaggi, garantirsi risorse. Normale nel calcio di oggi, ma complicato da spiegare auna piazza che, sotto il fuoco di contestazioni manipolate, continua a covare una crescente disillusione.

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