(F.S. Intorcia) – Ieri Cavani, domani De Rossi. Alla boutique Italia, lo sceicco Al Thani, munifico proprietario del Paris Saint-Germain, adora fare shopping. Si trovano le stoffe migliori, e il prezzo non è certo un problema. La missione romana del suo direttore sportivo Leonardo (squalificato fino al 2014 e con il futuro in bilico) non si è esaurita con l’affare del Matador.
Laurent Blanc vuole a tutti i costi anche De Rossi, assai gradito agli sponsor del club. Il centrocampista azzurro è uscito rigenerato dalla Confederations Cup: in Brasile ha scolpito, in campo e a parole, il divario fra l’immagine opaca e logora di giocatore della Roma sempre sotto esame («In città si vive di calunnie ») e quella di calciatore di classe cristallina, in forma smagliante a fine stagione con la maglia azzurra sulle spalle. La trattativa-fiume con De Laurentiis per Cavani ha fatto slittare l’incontro che Leonardo aveva in programma con i dirigenti della Roma. Se ne riparlerà a inizio della prossima settimana, quando gli emissari del Psg torneranno per mettere nero su bianco l’accordo col Napoli e con l’entourage dell’attaccante.
Per De Rossi, il Psg parte già da una base di 10 milioni. Tanti, per un giocatore di 30 anni: è un’offerta di poco inferiore al prezzo pagato al Pescara per Verratti un anno fa. La Roma parte da una valutazione di 20, ma ha il peso di un contratto (in scadenza nel 2017) a 6 milioni netti a stagione. Il giocatore, attualmente in vacanza dopo le fatiche brasiliane, piace anche al Chelsea di Mourinho (che sul piatto metterebbe Wallace).
Ma la carta che può stravolgere tutta l’operazione è Marco Verratti, assai gradito ai giallorossi, valutato 12 milioni un’estate fa, quando non aveva giocato che in B e non aveva ancora debuttato con Prandelli. Oggi, dopo l’esperienza maturata in Ligue 1 e in Champions, ne vale il doppio. A un anno da un mondiale in cui dovrà essere l’alternativa a Pirlo, Verratti vuole garanzie tecniche e un adeguamento di stipendio: al momento guadagnerebbe un decimo di Cavani. Martedì il suo agente Di Campli incontrerà perciò i dirigenti francesi: e c’è sempre la tentazione di seguire Ancelotti al Real.
(…)All’alba del terzo anno di spese folli, il Psg, comprendendo Cavani, avrebbe versato nelle casse dei club italiani già 273 milioni di euro per dieci giocatori. In media, 27 milioni per ciascuno. Numeri da capogiro. Basti pensare che in tutta la scorsa stagione i 20 club di serie A hanno effettuato operazioni per 523 milioni complessivi e che in media ogni cartellino è costato mezzo milione di euro. Lo sceicco ha invece fatto acquisti, in Italia e fuori, per 106 milioni al primo anno, 147 al secondo e ora saremmo già 64,5 a inizio del terzo.
Sui destini del Psg pende la spada di Damocle del fair-play finanziario. Fra meno di un anno, e con effetto sulla stagione 2014-2015, l’Uefa adotterà le prime sanzioni, relative al monitoraggio dei club nel biennio 2011-2013: in questa prima fase è tollerata una deviazione totale di 45 milioni dal pareggio di bilancio. Il Psg ha sistemato i conti con una sponsorizzazione retroattiva della Qatar Tourism Authority, sicuro che passerà l’esame di Platini in primavera. Per questo, continua a svuotare la boutique Italia, senza limiti di spesa.