(F.Balzani) «Voglio portare la Roma in alto, ho una grande voglia di rivincita». Non distoglie mai lo sguardo Miralem Pjanic. Ti guarda negli occhi, ti trasmette sicurezza e in un italiano ormai fluente (facile per uno che già parlava 4 lingue) fa chiarezza su problemi del passato e obbiettivi del futuro: «Voglio subito dire una cosa riguardo le dichiarazioni che mi sono state attribuite dopo il derby («Sono contento per il gol di Lulic che è mio amico», ndr). Non erano frasi vere, non ho fatto nessuna intervista in Bosnia. Poi tra quello che hanno scritto e quello che è uscito c’è un abisso. È stata la sconfitta più dura della mia carriera. La gente che mi conosce sa benissimo che io non sono una persona che può dire quelle cose».
E davanti alla parola leader non si spaventa: «Quando gli anni passano mi sento sempre più importante. Spero di non avere infortuni, voglio aiutare l’allenatore e i nuovi giocatori ad ambientarsi in questa piazza».
Proprio Garcia sembra avere instaurato fin dal primo giorno un ottimo rapporto col bosniaco e con la squadra. «Lui e il suo staff stanno parlando tanto con i calciatori. Il mister è molto duro e sa quello che vuole, in questi ultimi 2 anni siamo mancati come mentalità. Dobbiamo vincere con le piccole e non solo con le grandi e soprattutto prenderci una rivincita con la Lazio». Nelle prove tattiche e nell’amichevole contro i boscaioli Pjanic ha giocato da regista. «Sto giocando in un posto che mi può andare, per il futuro vediamo. Ho cambiato tanto nella Roma e in nazionale, mi adatto. Garcia chiede un centrocampo tecnico, vuole avere il controllo della partita, tanto possesso palla e profondità».
Poi una dichiarazione d’amore con una velata polemica: «Non voglio andare via, il mio obiettivo è quello di rimanere. Non so però quale sia la posizione economica della società, se hanno la necessità di vendermi io non lo so. C’è la volontà di rinnovare, poi vediamo quello che succederà». Parole da leader anche quelle rilasciate al De Telegraaf da Strootman, altro classe 1990: «Che grande accoglienza, ma ora devo fare in modo che i tifosi mi amino così anche il prossimo anno. Van Bommel e Stekelenburg mi hanno spiegato quanto sia difficile il campionato italiano, non vedo l’ora di misurarmi coi migliori giocatori del mondo». L’olandese ha scelto la maglia numero 14 (come Cruyff) e domani verrà ufficializzato.