“L’Italia può essere una delle rivelazioni del prossimo Mondiale”. Fabio Capello promuove a pieni voti la nazionale di Cesare Prandelli in vista della rassegna iridata in programma a Riola prossima estate. “È una squadra molto interessante, con buoni giocatori e un grande allenatore”, dice Capello, attuale ct della Russia, in un’intervista sul sito ufficiale della Fifa. “Prandelli ha assemblato una grande squadra con una mentalità vincente. Penso che abbia fatto un lavoro straordinario”, aggiunge il tecnico di Pieris, secondo cui “la chiave al giorno d’oggi è utilizzare più centrocampisti perchè sono quelli che meglio si adattano ai cambiamenti tattici nel corso di una partita e la loro creatività può dare qualcosa in più. Per questo quando una squadra riesce ad annullare giocatori del calibro di Pirlo, Xavi o Iniesta ha fatto un passo avanti”.
La filosofia di gioco è quella di Barcellona e Spagna “ma se i giocatori non hanno quella qualità allora non si ottiene nulla -sottolinea Capello-. Non si tratta solo di usare un qualsiasi centrocampista. Basti guardare alla sfida Italia-Spagna alla Confederations Cup: De Rossi ha finito in posizione di libero e Javi Martinez come n.9. Se hai giocatori di quel calibro tutto è possibile”.
Capello parla anche delle difficoltà riscontrate in Russia, tra cui l’esigenza di parlare ai giocatori con il filtro di un traduttore e la scarsa presenza di giocatori locali nel campionato, circa “quattro o cinque a squadra”. “Il numero dei giocatori che puoi scegliere è limitato rispetto a Spagna, Italia e Francia. Bisogna fare una ricerca approfondita e scegliere bene. Io vivo a Mosca e guardo tre partite su quattro a settimana”. La pressione però era maggiore quando era alla guida dell’Inghilterra. “Forse in campo sì, ma lontano dal calcio si può vivere molto bene (in Inghilterra, ndr) -spiega Capello. I media inglesi ti mettono molta pressione, ma è difficile fare un paragone con la Russia perchè qui non capisco quello che dicono i giornalisti…”. Capello sente di avere “lasciato una buona eredità”, all’Inghilterra. E a chi domanda per quale motivo la nazionale dei tre leoni fallisce i grandi appuntamenti, il tecnico risponde: “Perchè sono stanchi. Sono meno freschi rispetto alle altre nazionali perchè il loro campionato non ha una pausa. È come quando guidi una macchina: se ci si ferma a metà strada per mettere benzina si arriva sicuramente a destinazione, altrimenti c’è sempre la possibilità che ti ritrovi a secco prima di raggiungere la meta”.
Fonte: adnkronos