“Se sei il Psg o il Monaco l’aspetto economico non è un problema, ma per le altre squadre viene prima di tutto, anche del lato sportivo, e l’allenatore deve adattarsi”. Alla vigilia della sua prima panchina in Serie A, Rudi Garcia veste i panni dell’allenatore aziendalista e non se la sente di criticare le scelte della Roma che per far quadrare i conti, dopo aver ceduto Marquinhos e Osvaldo, è pronta a dire addio anche all’ultimo gioiello Erik Lamela. Il sogno americano, d’altronde, al momento è lontano anni luce dalle realtà dove sono sbarcati sceicchi e magnati russi, e quindi il ‘Coco’ argentino (comunque convocato per la trasferta di Livorno) dalla prossima settimana sarà un giocatore del Tottenham.
“Più deboli dopo queste cessioni? Volevo restassero tutti i giocatori che avevo in rosa quando sono arrivato, però ho molta fiducia nei dirigenti e sono certo che avrò una squadra competitiva come era all’inizio della preparazione. Se va via uno ne arriverà un altro dello stesso livello” la convinzione di Garcia, che non si tira fuori dalle mosse di mercato decise dalla dirigenza giallorossa: “Siamo tutti responsabili delle scelte fatte. Lamela? È ovvio che ad ogni allenatore piace un giocatore che può fare 15 gol e che gioca nella Nazionale argentina”. Insomma, il sostituto dovrà essere un nome di livello, magari quel Adem Ljajic in rotta con la Fiorentina e in cerca di una nuova avventura. In attesa di capire chi riuscirà a portare a Trigoria il ds Sabatini, la Roma andrà a Livorno per cominciare il campionato col piede giusto.
“Andiamo lì per vincere anche se sappiamo che sarà dura farlo perchè loro cominceranno in casa dopo essere tornati Serie A – ricorda Garcia –Ma noi abbiamo fame di vittoria, e domani dobbiamo mostrare che siamo forti non solo in campo ma anche con la testa. Il campionato è una maratona, ed è chiaro che sarebbe meglio cominciare bene, ma i conti si fanno alla fine”. E per avere un saldo positivo il risultato dovrò essere uno soltanto: “L’obiettivo è sempre lo stesso: la Roma ha bisogno di ritrovare l’Europa. Scenderemo in campo sempre per vincere, sia in casa sia in trasferta, a prescindere dall’avversario – la filosofia di fondo dell’ex Lille – Quello che voglio è uno stato d’animo collettivo, una squadra con la mentalità forte, che gioca bene al calcio. Voglio che i miei giocatori abbiano una cultura tattica forte che sappiano cambiare modulo durante la partita. Non abbiamo bisogno di guardare indietro, adesso è più importante andare davanti. E i tifosi saranno orgogliosi di noi”.
Fonte: Ansa