“La vostra decisione riveste particolare importanza, essa può segnare un progresso per la giustizia sportiva, sotto il profilo dell’accusa. Dovete aiutarci a superare le decisioni e le lacune della Commissione Disciplinare: una decisione gravemente erronea che ha sposato le tesi delle difese in modo apodittico”. Così il procuratore federale, Stefano Palazzi, si è rivolto alla Corte di Giustizia Figc che è chiamata a valutare gli appelli dell’accusa contro le sentenze dei giudici di primo grado nel processo sportivo al Calcioscommesse.
Palazzi, che ha chiesto alla corte presieduta da Gerardo Mastrandrea, la conferma delle pesanti richieste fatte alla Disciplinare (tra cui i 4 anni e mezzo al capitano della Lazio, Stefano Mauri, e la penalizzazione del club con 6 punti di squalifica) ha iniziato la sua requisitoria trattando la presunta combine di Lazio-Genoa (14 maggio 2011). «Il punto di partenza incontestabile è che le due gare (compresa Lecce-Lazio, ndr) sono state alterate – ha detto Palazzi che ha impugnato la decisione della Disciplinare di derubricare le accuse verso il capitano biancoceleste a omessa denuncia (per Lazio-Genoa) e proscioglierlo per Lecce-Lazio e le sentenze di proscioglimento di Omar Milanetto, del Genoa, e dei due calciatori del Lecce Massimiliano Benassi e Antonio Rosati -.
C’è la prova provata che per gli illeciti sono stati corrisposti dei compensi per Cassano, Gervasoni e Zamperini. Ci sono tutti i contatti, un riscontro fotografico minuto per minuto della formazione dell’illecito. C’è una mole di elementi che farebbero offesa a una ricostruzione giuridica. E Mauri è un soggetto che ha aderito altrimenti non l’avrebbero disturbato alle due di notte», alla vigilia del match. «Convinceteci se non accogliete il nostro appello e spiegateci tutti i passaggi», ha detto quindi Palazzi ai giudici di secondo grado.
Fonte: ansa