(A. Arzilli) – Vince il dubbio. Oggi, o al massimo domani, esce il verdetto della Disciplinare sui casi relativi a Stefano Mauri e alla Lazio: è la sentenza di primo grado, cui seguirà l’appello che dovrebbe essere celebrato il 16 agosto davanti alla Corte federale. Lì, probabilmente, sarà il procuratore Palazzi ad inoltrare ricorso, visto che, nonostante la stangata richiesta (4 anni e mezzo per Mauri, -6 punti per la Lazio), il capitano biancoceleste fila verso una squalifica ridotta: potrebbe essere di 6 mesi per omessa denuncia.
La colpa: non essere corso a spifferare alle autorità competenti la combine in Lecce- Lazio, l’illecito di cui, secondo i giudici, era stato messo a conoscenza dall’amico Zamperini. È quella la partita blindata per Palazzi e per Cremona: la Procura sportiva e quella ordinaria la considerano un illecito non smontabile perché esistono confessioni dirette (la rogatoria degli ungheresi) ed è tracciato il traffico di denaro per addomesticare il risultato finale: 2-4 per la Lazio. Mentre per l’altra partita incriminata, «madre di tutte le combine», come definivano a Cremona (Lazio-Genoa 4-2) i giudici hanno finito con il praticare il principio in dubio pro reo, cioè liberi tutti in presenza di tanti dubbi e in assenza di prove sufficienti a seguire nelle sue richieste di pena il procuratore Figc. Che, però, è stato lungimirante già nel deferimento: nell’atto ci sono due righe che lasciano la porta aperta a nuovi provvedimenti «in caso di sviluppi dell’inchiesta » ancora in corso (entro breve si sapranno i risultati dell’incidente probatorio sui pc sequestrati ai protagonisti della vicenda) da parte della Procura di Cremona.
Liberi tutti sì, ma a tempo, insomma. Andando a logica, la commissione potrebbe aver deciso più che per un proscioglimento, per un «congelamento» collettivo, come se non si volesse toccare con provvedimenti inappropriati un illecito sul quale è ancora possibile fare chiarezza. La questione tiene in ansia la Lazio, divisa tra questioni giudiziarie e una stagione da iniziare con il piede giusto. A parte la ricerca di un vice-Klose, per completare i ranghi, per il resto arrivano solo conferme. «Non esiste nessun caso Perea, il giocatore arriverà fra qualche giorno — ha detto ieri il ds Igli Tare —. Hernanes? È felice alla Lazio, non ha mai chiesto di essere ceduto. Petkovic? Non ci siamo ancora visti per il rinnovo, ma abbiamo fatto un patto».