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CORRIERE DELLA SERA Sconfitta ma soddisfatta. La Roma tiene testa al Chelsea

Roma-Chelsea Florenzi

(M. Gaggi) – È raro vedere degli sconfitti così soddisfatti. Al Robert Kennedy Stadium della capitale americana, in una notte calda e umida, la Roma perde per un gol segnato dal Chelsea a due minuti dalla fine (marcatore è Lukaku, ma il merito è tutto di Hazard, un giocatore scoperto e costruito proprio da Rudi Garcia quando allenava il Lille). Una sconfitta che non brucia perché la Roma ha giocato bene per gran parte dell’incontro tenendo testa al Chelsea di Mourinho: una formazione zeppa di «top player» che nei giorni scorsi aveva battuto Inter e Milan in modo assai più netto e che, a una settimana dall’inizio del campionato inglese, ha preso maledettamente sul serio l’amichevole con la Roma: molto agonismo (compreso qualche colpo duro), marcature strette, tanto pressing. Col «coach» portoghese che, a 10 minuti dalla fine (squadre sull’1 a 1) si sbracciava chiedendo ai suoi di avanzare e allargarsi. Poteva anche finire in pareggio, ma forse è meglio così: partita per gli Usa tra le contestazioni e la sfiducia ostentata da molti «ultrà», il ritorno di una Roma imbattuta nella tournée avrebbe potuto suscitare illusioni eccessive in un ambiente che tende a passare con una certa rapidità dalla depressione all’esaltazione.

Il 2 a 1 ci può stare, anche perché il Chelsea ha avuto più occasioni (superbo Morgan De Sanctis tra i pali in un paio di circostanze) e perché il gol del vantaggio della Roma è stato un regalo degli inglesi: un passaggio indietro di un difensore smorzatomale dal portiere Schwarzer, un australiano arrivato quest’anno al Chelsea dal Fulham, che l’ha mandato a sbattere sul palo. La palla è poi scivolata lungo la linea di porta dove Lamela, anticipando tutti, l’ha messa dentro. Era il ventesimo e la Roma stava recuperando dopo un primo quarto d’ora tutto di marca inglese. «Senza De Rossi e Pjanic, malati, avevamo poche soluzioni a centrocampo» ha spiegato alla fine un Garcia comunque confortato dalla prestazione dei suoi, ottimi nella seconda parte del primo tempo, quando la squadra è venuta avanti con sicurezza, creando diverse occasioni (sprecate da Lamela e da un Osvaldo che, ormai prossimo all’addio, si è comunque dato da fare). Dopo anni di brividi difensivi, confortante vedere un reparto arretrato ben registrato, col nuovo innesto Benatia sempre sicuro in ogni intervento. E Maicon che, sulla fascia destra, già ricorda molto da vicino quello dell’Inter del «triplete». Nel secondo tempo la Roma è calata perché Garcia ha voluto provare la tenuta dell’undici iniziale, mentre Mourinho ha messo in campo diversi uomini freschi. E non si tratta di rincalzi: Lampard, che ha segnato un gol magnifico con un tiro da lontano, Oscar, Ramires, Demba Ba e, nel finale, il micidiale Hazard. Anche quello, a suo modo, un sigillo di Garcia su questa confortante partita.

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