(M. Evangelisti) – Dicono sia il calcio che saluta se stesso. Un’epoca al tramonto che si celebra disgregandosi, con tutti i rituali del caso. Può essere. Però è intinta nella nostalgia questa considerazione, persino qui che del calcio vedono i riflessi, lo stato delle cose com’erano una volta, simile alla luce passata di una stella lontana.
Rudi Garcia non ha inserito Francesco Totti nella formazione di partenza per l’amichevole con il Toronto. Aveva avvertito gli amici canadesi: «Devo tenere conto del fatto che tra pochi giorni abbiamo un’altra partita difficile e veniamo da un’altra fatica con la All Stars» . Non è stato neppure un dolore per la gente che ha quasi riempito lo stadio, 18.000 persone nonostante i prezzi esosi (da 42 a 140 dollari locali, che valgono poco meno dell’euro). Tanti italiani di prima, seconda, terza generazione, asiatici, caucasici borghesi, fan del calcio com’era e come sarà quando l’America verrà davvero imbevuta della sua cultura, a gridare per le azioni dell’una e dell’altra parte, ma soprattutto per l’esplosione di energia che ha catapultato Maicon fin sulla linea di fondo e per il decollo di Borriello.
EROI – Può bastare. Per un tempo. Ma se 20.000 persone si radunano per festeggiare Del Piero e se 18.000 si raccolgono in uno stadio che scava spazio tra le foreste di grattacieli e cominciano a gridare il nome di Totti, Totti e Totti, c’è solo un capitano pronunciato con la tendenza a chiudere in i tipica dell’accento anglofono, allora significa che quell’epoca non è ancora completamente tramontata. Che non c’è troppa differenza tra la memoria e la realtà e che la memoria può vincere.
Totti, Totti, e alla fine Garcia si è rassegnato a farlo entrare e lui si è tolto il fratino giallo con il gesto sapiente di un attore che conosce la velocità con cui si apre la porta che lo condurrà in palcoscenico e quanti centimetri di volto lasciar intravvedere prima dell’ingresso sulla scena. Il pubblico ha i suoi diritti, il presidente americano ha i suoi diritti «e noi siamo ben felici di fargli fare bella figura» , spiega Garcia che ha i suoi doveri. Poi in fondo per chi ama il calcio Totti che tocca il pallone è sempre un bel vedere. Garcia ama il calcio. Sa di che cosa si parla quando si parla di classe.
In generale, da queste parti credono agli eroi. Anche chi non ci credeva ha dovuto cominciare. I giornalisti di Toronto sono stati costretti a capire. Ascoltavano le grida e dicevano: «Invocano il gladiatore. Sembra di essere al Colosseo» . Nessuno di noi è mai stato in quel Colosseo a quel tempo, però alcuni hanno letto i documenti e sembra che sia proprio così,la folla chiamava, il campione rispondeva. Chi è grande a combattere colpisce con movimenti leggeri, incapaci di trasmettere violenza e paura finché l’arma non arriva a segno e reclama una vita.