(G. Marcotti) – Dopo la prima stagione di adattamento, positiva nel suo insieme, Arsene Wenger aveva deciso di puntare su di lui. La scorsa estate, mentre Robin Van Persie faceva le valigie con destinazione Manchester United, il tecnico alsaziano si mostrava insolitamente tranquillo. Perché confidava di avere già in rosa i gol per rimpiazzare la partenza dell’olandese. I gol che Gervinho non aveva segnato nel suo primo anno in Premier League ma che aveva dimostrato di possedere nel suo bagaglio durante gli anni con la maglia prima del Le Mans e poi del Lilla (in coppia con Edin Hazard). (…)
ILLUSIONE – (…) Gervinho ha prima accusato le fragilità della squadra, smarrendosi lui stesso, poi quando i Gunners si sono ripresi, l’attaccante ivoriano era ormai ai margini. Così ha finito l’ultimo campionato con un mediocre bottino di cinque gol in 18 apparizione, di cui solo 12 da titolare. Dalla scorso inverno è ormai evidente che Wenger ha perso fiducia nel giocatore, utilizzandolo più per necessità che per scelta. Gervinho non ha mai trovato una collocazione definitiva in campo: prima punta, secondo attaccante di movimento, in certe partite addirittura esterno del tridente. (…)
ADDIO – Grandi doti atletiche accompagnate da una limitata versatilità tattica. Oltre ad una maturità caratteriale ancora da compiersi. L’interessato sa che il suo futuro è lontano da Londra da quando Wenger non lo ha incluso nella tournèe in Asia, ma più che a ricchi ingaggi ora è alla ricerca di un riscatto nel calcio che conta. (…)