(R. Boccardelli) – Totti e compagni hanno preso nota. La passione Roma è più forte di loro, trascende persone, giocatori, tecnici e dirigenti, vola sulle ali di una maglia che è sacra e che rinnova di generazione in generazione una forza vitale assoluta, che niente e nessuno può arginare. Così è quasi pleonastico lo striscione che si leva dalla Sud: “Non saper rimediare ad una sconfitta è peggiore della sconfitta stessa”. (…)
AMORE – C’era qualche timore. La Roma si ripresentava per la prima volta all’Olimpico e davanti al proprio pubblico dopo quel terrificante 26 maggio, una sconfitta senza ritorno al termine dell’ennesima stagione deludente. C’era il timore per una contestazione invadente o peggio ancora di una curva semivuota. E invece i pochi contestatori hanno ricordato alla squadra in modo del tutto civile che deve “vergognarsi” di quanto è successo quel giorno lì. Ma il resto della gente, ed erano in trentamila, più o meno come l’anno scorso, ha fatto sentire ai ragazzi di Garciaquanto sia grande l’amore che lega indissolubilmente, nel bene e nel male, la maglia a tutto il popolo romanista. (…)
PATTO – Trentamila nonostante tutto, nonostante la pioggia (Roma bagnata, Roma fortunata? Troppo facile…) che per un momento ha rischiato di mandare in tilt l’open day. Poi è tornato il sereno, tra l’Olimpico e il cielo, tra i tifosi e la squadra. Un patto rinnovato (e come poteva essere altrimenti?) Ma stavolta senza l’apertura di credito degli anni scorsi. Stavolta niente sconti. Tanto forte la passione, tanto forte il senso di tradimento se la squadra tradirà ancora, come ha fatto nelle ultime due stagioni per una miriade di motivi che non stiamo qui a riesumare. (…)
SFILATA – Scatta l’applausometro, stile tv anni ‘90, anche se la canzone di sottofondo è moderna e le gambe implorano di seguire il ritmo. I calciatori vengono chiamati uno a uno, in ordine di ruolo: il primo a entrare è De Sanctis con la maglia numero 26. Stesso trattamento per i nuovi arrivati, da Maicon fino a Gervinho, però la “sfida rumorosa” vede in prima linea Strootman. Pollice su perJulio Sergio, Burdisso, Florenzi, Destro (non correva) e Pjanic. Viene giù lo stadio quando viene intonato il nome di De Rossi, l’ovazione per Lamela è simile. Concorre in una categoria speciale Totti. Lui è fuori concorso: stravince a mani basse. Senza faticare. L’Olimpico è ancora una volta ai piedi del suo capitano, anche se non ha la palla tra i piedi. L’ultimo della lunga lista è il tecnico Garcia.
ALLENAMENTO – L’ultima parte dell’Open Day è stata riservata a unallenamento. Riscaldamento con la palla per il gruppo. Di seguito la rosa è stata divisa in due: da una parte conclusioni e tiri in porta, dall’altra partitelle a tema concentrare sulle fasce. Lamela nella mini-partitina a metà campo ha fatto il fenomeno: tre gol minimo, uno più bello dell’altro. (…)